Lo scorso anno l’Ufficio per le Istituzioni democratiche e i Diritti umani (ODIHR) ha organizzato una formazione specifica alla società civile e alle forze di polizia italiane per riconoscere gli hate crimes – crimini ispirati dall’odio. Lo stesso organismo internazionale raccomandava di istituire un nuovo sistema di raccolta dati da parte delle forze di polizia che evidenzi il carattere discriminatorio e ispirato all’odio di una violenza o di un reato.
L’uccisione di Ionel Babereche da parte di un vicino di casa non verrà mai preso in considerazione in quella raccolta dati. Complice forse una stampa disattenta. Dai titoli e nel corpo di molte notizie delle principali testate è scomparsa del tutto la nazionalità della vittima e soprattutto il profilo dell’aggressore, denuncia Cronache di ordinario razzismo. «Ma saranno stati davvero i rumori molesti, un terreno da coltivare o il passaggio dei gatti (come sostiene la stampa) a spingere Grilletto ad accoltellare il suo vicino?».
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Etica è una parola bellissima, gli odiatori se ne facciano una ragione
Ci sono alcuni giornali ed alcuni giornalisti, a cui la parola etica fa venire l’orticaria solo a sentirla. Sono quelli che pensano che la libertà di parola sia libertà di seminare odio, di scrivere fatti che nulla hanno a che vedere con la realtà e che esistono solo nella logica della propaganda di certa politica.
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