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“Biglietti gratis ai profughi”? La segnalazione dell’associazione Ospiti in arrivo

In Friuli-Venezia Giulia l’iniziativa “Biglietto sospeso” trasformata dai media in una polemica sterile

Autobus gratuiti per migranti? Nelle ultime settimane la stampa locale in Friuli-Venezia Giulia ha dedicato la sua attenzione a questo tema.

La vicenda ha avuto inizio con la diffusione, da parte dell’associazione Ospiti in arrivo, di un comunicato stampa nel quale era presentata un’iniziativa – “Biglietto sospeso” – di raccolta di biglietti dell’autobus tra i cittadini. I richiedenti asilo, infatti, giungono alla stazione di Udine di sera e da qui dovrebbero proseguire a piedi per circa 4 chilometri per raggiungere la caserma Caverzani, presso la quale possono trovare prima accoglienza e, soprattutto, un riparo. Tuttavia stanchi per il lungo viaggio e disorientati, una volta giunti in stazione finiscono talvolta per dormire all’addiaccio. “La semplificazione delle procedure per l’accoglimento immediato alla caserma Cavarzerani ha lasciato senza soluzione la questione del trasporto dei nuovi arrivati verso il campo, che si trova a 4 km dalla stazione (circa 50 minuti di cammino)”, si legge nel comunicato del 10 maggio.

L’iniziativa

Da qui l’idea di Ospiti in arrivo di raccogliere tra i cittadini biglietti dell’autobus nuovi, per consentire ai nuovi arrivati di raggiungere subito il campo: “La scorsa settimana, per iniziativa spontanea di alcuni volontari – scrive l’associazione – è partita una raccolta di biglietti dell’autobus per garantire ai richiedenti asilo di poter raggiungere la caserma Cavarzerani con la linea numero 4, che collega la stazione ferroviaria con il capolinea di via Argentina, passando proprio di fronte al campo. In questo modo si crea una rete virtuosa tra i servizi cittadini già esistenti, in totale legalità e sicurezza“.

L’associazione fa un unico cenno a una possibile soluzione: “Una rete che Ospiti in arrivo spinge affinché sia resa istituzionale con una convenzione tra la Prefettura e la Saf, il gestore della rete locale dei trasporti”.

Il comunicato si conclude con le indicazioni relative alle modalità per donare i biglietti.

La copertura mediatica

L’iniziativa è stata ampiamente ripresa dalla stampa locale. Ospiti in arrivo segnala, in particolare, il modo in cui la notizia è stata trattata dal Messaggero Veneto, che l’11 maggio pubblica l’articolo «Udine, la proposta dei volontari: “Corse gratuite in bus per i richiedenti asilo”».

Fin dall’apertura dell’articolo si legge che le “corse gratis per i profughi sugli autobus cittadini diretti dalla stazione alla ex caserma Cavarzerani” sono la “richiesta” dell’associazione Ospiti in arrivo, offrendo in questo modo un quadro distorto dell’iniziativa.

Nel comunicato, che si concentra sulla raccolta di biglietti, vi è un solo breve riferimento (citato poche righe sopra) a una eventuale convenzione, indicata come possibile soluzione per rispondere al problema specifico del trasporto per i migranti e rifugiati appena giunti in città che devono raggiungere la struttura di accoglienza. In nessun modo l’associazione propone o fa riferimento a eventuali “corse gratis in bus”, né per i migranti e rifugiati in generale – come si dedurrebbe dal titolo – né come soluzione al problema specifico.

Nell’articolo del Messaggero Veneto sono riportate poi alcune delle dichiarazioni contenute nel comunicato, per spostare infine l’attenzione sulla precedente richiesta di un consigliere comunale di intensificare i controlli a bordo della linea 4 per evitare che migranti e rifugiati viaggiassero sprovvisti di biglietto.

Il risultato: confusione e numerosi commenti xenofobi e violenti a cui la testata dà seguito il giorno successivo con «Bus gratuito ai profughi a Udine: monta la rabbia della gente», articolo nel quale si torna a parlare della “proposta di far viaggiare gratuitamente sulla linea 4 i profughi” attraverso le reazioni dei cittadini sui social, i commenti di alcuni politici locali, la posizione dell’impresa che svolge il servizio di trasporto pubblico a Udine (Saf) e quella del prefetto.

Il discorso si fa, allora, ancora più confuso: “Che la Prefettura si faccia promotrice di un’iniziativa che permette a queste persone di usare i mezzi pubblici senza pagare, proprio no”, dichiara, per esempio, il prefetto Zappalorto. Si continua, dunque, a discutere della validità di una presunta proposta che nel comunicato dell’associazione non trova alcun riscontro, allontanandosi sempre più dall’iniziativa vera e propria di raccolta dei biglietti.

La richiesta di rettifica

Ospiti in arrivo reagisce inviando una richiesta di rettifica alla redazione: “In nessun modo – viene affermato nella lettera – si parlava di gratuità dei mezzi pubblici, anzi: munire i ragazzi di biglietti va esattamente nella direzione opposta”. E sottolinea che nel comunicato è chiaro come “i biglietti sono destinati a un gruppo ristretto di persone – chi arriva in stazione e debba essere accolto alla Caverzani – e non indiscriminatamente a tutti i profughi”. Aggiunge che “proprio per questo si è suggerito l’intervento della Prefettura”.

La testata il 13 maggio risponde pubblicando un terzo articolo «Bus gratis ai profughi? La Regione: È un dibattito sterile» all’interno del quale si fa riferimento alla richiesta di rettifica dell’associazione. Il Messaggero Veneto replica che “non si è inventato nulla e dispiace constatare l’atteggiamento polemico dei volontari di Ospiti in Arrivo”. A dimostrazione della propria tesi propone la frase del comunicato dal quale è scaturito il dibattito e afferma che le più recenti affermazioni dell’associazione sono “parole diverse da quelle scritte ieri”.

L’epilogo

La vicenda si ferma al terzo articolo pubblicato dalla testata locale, mentre la campagna “Biglietto sospeso” proseguirà con successo ancora per alcuni giorni, per essere poi chiusa il 17 maggio al raggiungimento del traguardo di 350 biglietti.

Un’iniziativa positiva che ha visto protagonista la cittadinanza. Un’occasione mancata per le testate che hanno preferito, al racconto di questa faccia dell’Italia, la promozione di un dibattito non costruttivo e privo di basi, ma in grado di generare numerosi click e commenti. Atteggiamento che risulta essere, purtroppo, molto – troppo – diffuso.

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