La Carta, che trae ispirazione esplicitamente dalla Carta Mondiale Etica della Federazione Internazionale dei Giornalisti, dalla Carta di Roma e dalla Carta di Idomeni, consta di 11 principi che mirano a “garantire la diffusione di un’informazione corretta per evitare di facilitare la propagazione di discriminazioni fondate sull’origine geografica, razziale, sociale o etnica, di genere, di orientamento sessuale, lingua, disabilità, religione e opinioni politiche”.
Alcuni dei principi, già fatti propri in Italia dal nuovo Codice deontologico per giornaliste e giornalisti (che entrerà in vigore il 1° giugno) invitano a essere attenti ai termini che si utilizzano, ad applicare le regole della professione per quanto concerne il diritto di immagine, a rispettare la verità sostanziale dei fatti, a rettificare le informazioni false, a prevedere il diritto di replica a tutte/i coloro che ne fanno richiesta.
Di grande attualità, la sistematizzazione di alcuni principi che colgono nel segno nel richiamare l’attenzione a “vigilare per evitare la stigmatizzazione di alcune popolazioni e inserire la nazionalità solo quando indispensabile”, a non rendere “invisibili” le persone migranti e rifugiate, ad assicurare la coerenza tra le immagini utilizzate per descrivere eventi, luoghi e persone migranti e rifugiate, anche rispetto all’uso di archivi e banche dati (e subito ci vangono alla mente le immagini degli arrivi via mare che si ripetono nel tempo), infine a rafforzare la formazione, anche e soprattutto orizzontale, potenziando scambi, incontri e produzioni dall’una e dall’altra parte del Mediterraneo.
LEGGI LA CARTA DI MARSIGLIA (in inglese)PER ADERIRE