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Giovani marocchini salvano 2 italiani, ma le buone notizie non fanno rumore

Cattive notizie vs buone notizie. Sul blog Oridente un articolo di Francesca Paci

L’informazione parla spesso di migranti nelle pagine di cronaca. Se l’etnicizzazione delle cattive notizie è molto diffusa, i casi in cui gli immigrati sono protagonisti positivi faticano a trovare spazio. Dal blog de La Stampa Oridente, di Francesca Paci, rilanciamo un articolo.

Giovani marocchini salvano 2 italiani, ma le buone notizie non fanno rumore

Di Francesca Paci

Abrahim Aluani e Mohammed El Kardoudi. Segnatevi questi nomi perché difficilmente sentirete parlare di loro tanto quanto dei fratelli Chérif e Said Kouachi, di Amedy Coulibaly e sua moglie Hayat Boumeddiene, di Mohamed Atta o di Abdelmajid Touil. Venerdì notte Anrahim e Mohammed, giovani marocchini residenti a Lendinara, in provincia di Rovigo, hanno salvato la vita a due coniugi 90enni loro vicini di casa che erano rimasti intrappolati nel loro appartamento in fiamme.

La storia, raccontata dal Gazzettino, è di quelle che non farà il giro del mondo. I due ragazzi hanno probabilmente reagito come molti altri avrebbero reagito (molti quanti, però?): erano nella loro abitazione in via Filippi quando hanno visto il fumo e le fiamme uscire dalla palazzina vicina e si sono precipitati a sfondare la porta e tirare fuori moglie e marito a quel punto già quasi intossicati. Il fuoco, appiccato forse da un corto circuito del frigorifero, aveva invaso tutti gli ambienti ma Anrahim e Mohammed ce l’hanno fatta, i due coniugi sono adesso all’ospedale di Trecenta prossimi a riprendersi dallo shock.

Perché rilanciare questa storia di cronaca per fortuna non nera? Perché è probabile che non farà molto rumore. E perché proprio per questo ha acceso un dibattito sui social media dove la stragrandissima maggioranza dei migranti di prima, seconda e addirittura terza generazione integrata senza problemi nella società italiana denuncia di sentirsi costantemente criminalizzata per quel che è e non per quel che fa.

«Purtroppo sono persone che non vanno oltre ai sottotitoli» scrive su Facebook Abderrahmane. E Angioletta: «Come vedi sono stati d’aiuto anche a casa nostra senza farsi troppe domande sul chi cosa e come. Sono di razza umana punto e basta». La storia servirà di lezione? Difficile, ammette un altro: «Il rispetto della dignita umana non deve essere riconociuto soltanto quando avviene un atto senz’altro coraggioso simile ma deve essere un principio di convivenza». E poi ancora: «Eroi!!». «Grandi!». «Bravi!».

Viviamo in un’epoca a rischio di afasia, con il dialogo sempre più minacciato dai toni roboanti di chi, da una parte e dall’altra, urla a squarciagola la riscossa del massimalismo. Sappiamo che gli immigrati senza tetto vengono cacciati con le ruspe da Ponte Mammolo a Roma. Sappiamo che una signora di Padova ospita gratis a casa sua sei africani e viene messa all’indice dal quartiere che organizza una raccolta firme contro di lei. Sappiamo che gli abitanti di Casale San Nicola a Roma protestano con le barricate (“erette” dai volontari Casa Pound) contro gli immigrati loro vicini. Conosciamo le proteste anti-immigrati nella capitale e quelle a Treviso. Conosciamo – e legittimamente – il sospetto, la diffidenza, impariamo i nomi di quelli che ci minacciano nel nome del Califfato. Conosciamo la solitudine della paura talmente bene che mentre scrivo e twitto ricevo già messaggi ironici di chi mi chiama “buonista” e ricorda “quanti migranti salviamo noi nel Mediteranneo”.

Legittimamente, lo ripeto, siamo spaventati, sospettosi e diffidenti. Non sono di quelli che giustificano i cattivi comportamenti degli altri solo in quanto altri-da-me: mi sono emancipata dal terzomondismo piagnone e paternalista frequentando il Terzo Mondo. Ma così come legittimamente alziamo la voce per rivendicare il nostro diritto a essere spaventati, sospettosi e diffidenti, altrettanto legittimamente gli stranieri che vivono pacificamente in mezzo a noi (ci sono 30 milioni di musulmani integrati in Europa che il fondamentalismo islamista di al Baghdadi mette a rischio come mette a rischio tutti gli altri cittadini europei) si sentono oggi orgogliosi di Abrahim Aluani e Mohammed El Kardoudi. Vogliamo dargli torto anche su questo?

L’articolo originale a questo link.

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