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Minori stranieri, il caso Bologna: “Si grida all’emergenza, ma i numeri sono noti da tempo”

Entro Natale sono attesi nella città emiliana circa 70 minori che le scuole non sarebbero in grado di ospitare: «Si tratta di dati disponibili con largo anticipo, la Pubblica amministrazione deve organizzarsi», spiega a G2 Parlamenta l'avvocato Asgi Nazzarena Zorzella.

A cura di G2 Parlamenta – Rete G2 Seconde Generazioni

In un momento in cui si vuole legare fortemente la riforma della cittadinanza alla frequenza della scuola dell’obbligo ci sono casi che fanno davvero scalpore. Come quello di Bologna, dove entro dicembre sono attesi circa 70 minori che rischiano di non trovare posto nelle scuole della città emiliana. Sappiamo già da ora quanti saranno perché si tratta di ragazzi che arriveranno in Italia grazie ai ricongiungimenti familiari e dunque i dati sono in possesso della prefettura. Si sa con esattezza, infatti, quando il procedimento si sarà concluso.

I numeri sono dunque a disposizione con largo anticipo anche per i dirigenti scolastici che ora parlano di “vera emergenza”: «I dirigenti scolastici dicono che i ragazzi potrebbero non trovare una collocazione perché le classi sono state formate all’inizio dell’anno senza tenere conto del loro arrivo. Ma in base ai dati in possesso della prefettura e dell’ufficio scolastico regionale avrebbero dovuto organizzarsi per tempo», spiega a G2 Parlamenta l’avvocato Asgi di Bologna Nazzarena Zorzella, che sta seguendo il caso. «Non si tratta di un’emergenza profughi, di ragazzi arrivati improvvisamente. La pubblica amministrazione si deve organizzare perché la scuola dell’obbligo è un diritto che non può essere negato» sottolinea il legale, che osserverà con attenzione anche le soluzioni che saranno trovate.

Tra queste non è possibile pensare, ad esempio, di collocare i ragazzi insieme in due o tre classi: «La soluzione non può essere la “classe ghetto” composta da tutti questi ragazzi appena arrivati, anche perché è evidente che in una classe con altri ragazzi italiani, i “neo arrivati” possano apprendere la nostra lingua molto più rapidamente e integrarsi meglio in una nuova realtà». In attesa dei nuovi arrivi, l’avvocato Zorzella ci informa che almeno 15 ragazzi dovrebbero essere stati inseriti nelle ultime settimane nelle scuole di Bologna, ma sui numeri ci sono poche certezze. Ed è anche per questo che l’Asgi, assieme al Comitato bolognese scuola e costituzione, ha presentato al provveditore provinciale una richiesta di accesso agli atti per avere un quadro più chiaro della situazione.

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