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Notizie manipolate. Il caso della donna stuprata in Israele

La manipolazione della notizia. L’analisi di un caso di Leonardo Filippi

Capita spesso che notizie di cronaca vengano manipolate da testate giornalistiche per sostenere una determinata tesi o promuovere una certa campagna. Un caso recente è quello di uno stupro avvenuto in Medio Oriente, sul quale alcuni quotidiani italiani hanno speculato trasformandolo nell’ennesima occasione per mettere in cattiva luce i migranti: una donna viene violentata in Israele a marzo e la notizia arriva sui giornali italiani a giugno, con particolare enfasi sulle origini dello stupratore.

Rilanciamo l’analisi fatta da Leonardo Filippi e pubblicata da DinamoPress.

Libero, Il Giornale e le speculazioni sui migranti

A cura di Leonardo Filippi

«Israele, un immigrato africano violenta una donna, il cane la salva», titola un pezzo di Liberoquotidiano.it. Accanto al corpo della notizia, un video di LiveLeak documenta il drammatico episodio. 3 giugno, ore 16 e 41. Andrea Riva rilancia la news con un pezzo sull’edizione online de Il Giornale, dal titolo che peraltro omette due delle cinque “w” del giornalismo, il where e il when: «Immigrato africano prova a violentare una donna, ma arriva un cane e la salva». L’articolo viene socializzato 5 minuti dopo nel canale Facebook del quotidiano fondato da Indro Montanelli. Schizzano le condivisioni e i consueti commenti razzisti. Peccato, però, che il fatto risalga allo scorso marzo.

La data del drammatico episodio, 19 marzo 2015, compare abbastanza chiaramente all’interno del video della telecamera di sorveglianza, ospitato dai due quotidiani. Attraverso una breve indagine, con l’aiuto del giornalista Mazzetta (che ha analizzato la vicenda qui), è stato possibile inoltre risalire alle immagini originali di LiveLeak, datate 28 marzo e al post con il quale la notizia sembrerebbe essere stata messa in circolazione, risalente a 3 giorni prima.

Secondo il network israeliano Arutz Sheva, si sarebbe trattato di un «tentativo di violenza da parte di un migrante Africano, nei confronti di una 37enne di Tel Aviv». La vittima racconta di aver «scambiato in un primo momento l’uomo per un ragazzo che faceva jogging come tanti, quando egli si ha cominciato ad inseguirla ed a urlare ‘”ono pazzo!”. La strada era piena di persone, – prosegue la ragazza – non solo turisti o lavoratori stranieri. C’erano diverse persone e automobili. Si sono fermati, hanno dato un’occhiata, e hanno tirato dritto, per almeno dieci minuti». Ed è proprio questo – prosegue l’autore dell’articolo, Gil Ronen – l’aspetto che avrebbe maggiormente scosso l’opinione pubblica israeliana: l’indifferenza dei passanti.

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