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I doppi standard dei media americani nell’etichettare i terroristi

“Questa terminologia, quando applicata esclusivamente a un terrorismo ispirato da una distorsione dell’islam, è discriminatoria”

Traduciamo e pubblichiamo un articolo scritto da Michelangelo Signorile per l’Huffington Post, in cui riflette sulla terminologia usata dai media per etichettare gli autori della sparatoria di San Bernandino: «Dear Media: Stop Using the Term ‘Radicalized’ Unless You Apply It to White Christian Extremists, Too». L’originale è qui.

Cari media, smettete di usare il termine “radicalizzato” a meno che non lo applichiate anche agli estremisti bianchi cristiani

Di Michelangelo Signorile, Huffington Post

Il doppio standard non potrebbe essere più irritante: per giorni reti televisive e testate giornalistiche hanno ripetuto a pappagallo quanto detto dall’Fbi raccontandoci come gli autori della sparatoria di San Bernandino fossero “radicalizzati”, o speculando sulla loro “radicalizzazione” e su come fosse avvenuta. Questa terminologia, quando applicata esclusivamente a un terrorismo ispirato da una distorsione dell’islam, è discriminatoria e incoraggia l’intolleranza contro i musulmani che Donald Trump e gran parte del Gop (acronimo che sta per Gran Old Party, ossia il Partito Repubblicano statunitense ndr) promuovono. L’implicazione è che esistano due tipi di musulmani: “radicalizzati”  e “non radicalizzati”.

Ulteriore implicazione è che ogni musulmano possa diventare “radicalizzato” se si verificano le condizioni x, y e z: un viaggio in Arabia Saudita, un messaggio, l’avvicinamento ad alcune persone su Facebook ecc. E ancora, per diverse settimane non solo molti media sono stati riluttanti nell’etichettare Robert Dear, artefice della sparatoria al Planned Parenthood (organizzazione di cliniche non profit che forniscono servizi sanitari alle donne, tra cui le interruzioni di gravidanza ndr) a Colorado Springs (città del Colorado ndr), come terrorista, ma non è neppure in discussione il fatto che potesse essere “radicalizzato” da un cristianesimo estremista. Dear ha espresso supporto per “L’esercito di Dio”, un gruppo terrorista cristiano estremista implicato negli omicidi di medici che praticavano l’aborto, in nome dell’anti-abortismo, come nel caso di Eric Rudolph, responsabile dell’attentato dell’Olimpiadi di Atlanta nel 1996, che mise anche una bomba in un bar gay della stessa città. Dear ha dichiarato in tribunale di essere un “guerriero per i bambini”. Quanto più “radicalizzato” di così si può diventare?

Dylan Roof si è immerso nel culto della supremazia bianca nutrito da molti gruppi come il Ku Klux Klan – il quale a sua volta si descrive come un gruppo cristiano – e molti altri per decenni in questo paese, e sicuramente è stato “radicalizzato” al punto di condurre un massacro in una chiesa del South Carolina. Nessun media ha usato il termine “radicalizzato” per definirlo.

Gli assassini sostenitori della supremazia bianca o cristiani estremisti sono descritti come “lupi solitari”, “folli” o con altri termini benigni.

La replica della destra – e di molti personaggi del mondo dei media che difendono se stessi – è che non c’è una ben organizzata e larga presenza di cristiani estremisti accertati comparabile all’Isis o alla sua minaccia globale. Mettendo da parte per un momento il fatto che dopo l’11 settembre in questo paese sono state uccise più persone dai terroristi di destra che da quelli “islamici”, la dimensione non dovrebbe essere ciò che definisce un terrorista, la “radicalizzazione” o ciò che la ispira.

Quando i candidati alla presidenza Ted Cruz e Mike Huckabee hanno preso parte a una conferenza organizzata dal pastore Kevin Swanson, a favore della pena di morte per l’omosessualità, non solo gran parte dei media hanno ignorato l’agghiacciante discorso di Swanson, ma certamente nessuno lo ha paragonato con coloro che esortano a uccidere in nome dell’islam. Solo qualche giorno prima della sparatoria al Planned Parenthood, Ted Cruz ha accettato il sostegno di un attivista che chiedeva l’esecuzione dei medici che praticano l’aborto e che ora dirige il molto ben organizzato gruppo anti-abortista Operation Rescue. «Oltre alla nostra colpa personale per l’aborto, il governo degli Stati Uniti ha abrogato la sua responsabilità di trattare in modo appropriato i colpevoli di spargimenti di sangue», ha scritto Troy Newman nel 2003 nel suo libro, Their Blood Cries Out. «Questa responsabilità implica l’esecuzione dei colpevoli di omicidio – inclusi gli abortisti – per i loro crimini, al fine di espungere la colpa di sangue dalla terra e dalle persone».

Sicuramente quel tipo di linguaggio radicalizza gli estremisti, non importa come Newman ora tenti di negarlo.

La mia impressione è che molti personaggi del mondo mediatico sono troppo intimiditi dal Partito Repubblicano e dalla destra, timorosi delle rappresaglie che potrebbero subire nel caso dell’uso della parola “radicalizzare” in connessione con la cristianità. Se provano avversione verso il ricorso a questo termine riguardo agli assassini ispirati dall’estremismo cristiano, vi è una semplice soluzione per evitare la demonizzazione di tutti i musulmani: smettere di usarlo quando si discute di killer ispirati da un’interpretazione estremista dell’islam.

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