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Una cabina telefonica per ascoltare storie di migranti e rifugiati

Once Upon a place è il progetto artistico realizzato a New York da Aman Mojadidi e che permette di poter ascoltare 70 storie da tutto il mondo solo entrando in una cabina telefonica

Un’installazione di arte pubblica realizzata a New York, si chiama Once Upon a place ed è stata realizzata dall’artista Aman Mojadidi. A Duffy Square, fino al 5 settembre sarà così possibile entrare in una delle tre cabine telefoniche allestite, alzare la cornetta e ascoltare la storia di migrazione della persona dall’altra parte del ricevitore. Inoltre, i visitatori potranno aprire l’elenco telefonico presente in ogni cabina per conoscere di più su chi ha raccontato la sua storia, sulla comunità straniera di New York e sul paese dal quale provengono.

L’installazione include 70 differenti storie che durano dai 2 ai 15 minuti. L’arista di origini afghane Aman Mojadidi ha registrato queste storie in diversi mesi con il Times Square Arts, si tratta di racconti sia in inglese che nella propria madre lingua. Mojadidi ha attraversato tutta la città di New York raccogliendo le storie di chi è arrivato negli Stati Uniti per scappare da condizioni politiche e sociali, o anche chi si è messo in viaggio per una nuova opportunità.

Chi entra in queste cabine telefoniche degli anni ’80, potrà ascoltare storie di chi è arrivato dal Bangladesh, Belgio, Burkina Faso, Camerun, Cina, Colombia, Repubblica Dominicana, Egitto, Gambia, Ghana, Irlanda, Israele, Italia, Giappone, Giordania, Liberia, Messico, Nigeria, Filippine, Puerto Rico, Russia, Sierra Leone, Spagna, Sri Lanka, Tibet, e Yemen. Solo entrando in una cabina si potranno scoprire storie dal mondo.

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