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Oltre 300mila arrivi nel Mediterraneo nel 2016. Unhcr: necessarie vie sicure e legali

Foto di @Unchr

Oltre 300.000 arrivi nel Mediterraneo dall’inizio del 2016, le richieste di Unhcr: maggiori canali di ammissione per i rifugiati e velocizzare i ricollocamenti da Italia e Grecia

Il 20 settembre 2016 il numero di rifugiati e migranti che dall’inizio dell’anno hanno raggiunto le coste europee ha superato la soglia delle 300.000 persone, secondo i dati dell’Alto commissariato delle Nazioni unite per i Rifugiati (Unhcr). Un numero  inferiore rispetto ai 520.000 arrivi via mare registrati nei primi nove mesi del 2015, ma superiore ai 216.054 arrivi registrati durante tutto il 2014.

Italia e Grecia: numeri, persone e accoglienza

Recently arrived refugees and migrants wait for local authorities to finish their registration.

Uno sguardo più da vicino ai due principali paesi di arrivo, Grecia e Italia, rivela importanti differenze. Gli arrivi in Italia di quest’anno seguono lo stesso andamento dell’anno scorso, con l’arrivo di 130.411 rifugiati e migranti nel corso del 2016, e 132.071 nel corso dei primi nove mesi dello scorso anno. In entrambi gli anni, gli arrivi sono aumentati nel mese di maggio e hanno raggiunto il loro picco nel mese di luglio. Tuttavia, sono sempre di più le persone che arrivano in Italia e che rimangono nel paese. Ad oggi, le richieste di asilo sono più che raddoppiate in Italia, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Oltre 158.000 persone sono attualmente ospitate in strutture di accoglienza in Italia.

Al contrario, la Grecia ha assistito a un massiccio aumento del numero di arrivi via mare lo scorso anno: 385.069 persone, dall’inizio dell’anno fino a fine settembre. L’incremento era iniziato ad agosto, con 107.843 arrivi, e ha raggiunto il picco nel mese di ottobre, con il più alto numero di arrivi registrato nel corso dell’anno (211.663). Quest’anno vi è stato un forte calo: dai 67.415 arrivi nel mese di gennaio fino a poco più di 2.000 nel mese in corso, portando il totale di quest’anno a 165.750 unità; un calo del 57% rispetto ai 385.069 arrivi registrati in Grecia nel corso dei primi nove mesi dello scorso anno.

Anche le principali nazionalità che arrivano in Grecia (Siria, 48%; Afghanistan, 25%; Iraq, 15 %; Pakistan, 4% e Iran, 3%) sono diverse rispetto a quelle che raggiungono l’Italia (Nigeria, 20%; Eritrea, 12%; Gambia / Guinea / Sudan / Costa d’Avorio, 7% ciascuna). Nel Mediterraneo nel suo complesso, cinque nazionalità rappresentano il 68% di tutti gli arrivi (Siria, 30%; Afghanistan, 16%; Iraq, 10%; Nigeria, 7%; Eritrea, 5%).

Nonostante il numero di arrivi via mare di quest’anno (300.000) sia inferiore del 42% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (520.000), il numero di persone che risultano morte e disperse finora nel 2016 (3.211) è inferiore solo del 15% rispetto al numero totale di perdite nell’intero 2015 (3.771). Di questo passo il 2016 sarà l’anno più letale mai registrato nel Mar Mediterraneo.

La situazione di emergenza e la richiesta dell’Unhcr

Questa situazione sottolinea l’urgente necessità che gli Stati aumentino i canali di ammissione dei rifugiati, tra cui il reinsediamento, la sponsorizzazione privata, il ricongiungimento familiare e schemi di borse di studio per studenti, in modo da fornire alternative ai viaggi pericolosi nelle mani dei trafficanti. Allo stesso tempo, il piano concordato un anno fa tra l’Unione Europea (UE) e gli Stati membri per il ricollocamento di 160.000 richiedenti asilo principalmente dalla Grecia e dall’Italia verso altri paesi europei deve essere pienamente attuato.

Cronaca: incendio nel centro di accoglienza dell’isola greca di Lesbo

Lunedì 19 settembre, durante la sera, è scoppiato un incendio presso il centro di accoglienza di Moria, sull’isola greca di Lesbo, in seguito agli scontri tra diversi ospiti della struttura, gestita dal governo. Numerosi rifugiati e migranti sono stati costretti a fuggire dal centro. Al momento dei fatti circa 4.400 persone erano accolte nella struttura. Circa 95 minori non accompagnati sono stati trasferiti nel vicino centro di accoglienza di Pikpa. Sulla base delle prime informazioni, il fuoco non avrebbe provocato vittime ma almeno 30 persone hanno riportato lesioni leggere e sono state portate in ospedale. Oltre 50 unità abitative fornite dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Uhcr), in grado di ospitare circa 800 rifugiati, sono state completamente distrutte. Sono stati registrati altri danni materiali alla struttura del centro, tra cui la distruzione di tende.

Sulle isole come quella di Lesbo, la capacità di ospitare rifugiati e migranti è fortemente sotto pressione. A Lesbo sono presenti più di 5.300 persone anche se i posti disponibili in accoglienza sono solamente 3.500. Per ridurre la tensione e il sovraffollamento, l’Unhcr sta lavorando con le autorità e chiede con urgenza il trasferimento in Grecia continentale dei minori non accompagnati e separati, uno dei gruppi più vulnerabili, tempi più brevi per la presentazione delle richieste di asilo, in particolare sulle isole, maggiore tempestività nella registrazione e nell’esame dei casi per tutte le nazionalità dei richiedenti e nel rimpatrio per coloro che non necessitano di protezione internazionale.

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