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Twitter: da Reuters uno strumento per riconoscere le bufale

News tracer è l’algoritmo ideato per distinguere le notizie false da quelle reali e attendibili. Uno strumento pensato per i giornalisti e la comunità di utenti online

Si chiama News Tracer il programma messo a punto dalla sezione ricerca della Reuters e serve a identificare le notizie reali su Twitter. Funziona sulla base di un algoritmo che scandaglia i circa 500 milioni di tweet giornalieri per suddividere le notizie reali da tutto il resto, fake news comprese.

Il progetto, iniziato nel 2014, vuole essere uno strumento utile per i giornalisti in modo che, non avendo più come ostacolo le bufale propagate via social, possano “dedicare maggiore tempo a scavare più a fondo nelle storie” scrive Corinne Iozzio su Popular Science.

Reuters ha così definito un algoritmo che assegna un punteggio di verifica ai tweet basato su 40 diversi fattori: quante persone seguono chi diffonde il post, se i tweet contengono immagini o link, in alcuni casi, la struttura stessa del tweet”, afferma Reg Chua, direttore esecutivo ‘dati e innovazione’ alla Reuters. Il sistema inoltre procede a un controllo incrociato con le risorse ritenute affidabili dai giornalisti stessi e usa questa rete iniziale per identificare altre potenziali risorse attendibili.

“Inizialmente l’obiettivo del programma era di creare insiemi di tweet diversificandoli in base alle affinità tematiche: le notizie politiche con la politica, quelle sportive con lo sport e così via. Proseguendo con il lavoro il risultato è stato un tool che, a differenza di tutti altri che svolgono una funzionale analoga, è stato costruito per pensare come un reporter” ribadisce Iozzio.

Bufale a macchia d’olio su Facebook

Allargando la visione d’insieme l’articolo di Popular Science riporta che Facebook  “sta investendo nell’apprendimento uomo-macchina e in reti neurali, ovvero intelligenza artificiale”.

Attraverso il monitoraggio dei click degli utenti se ne possono individuare le abitudini e questa combinazione è stata oggetto di pesanti critiche. Facebook può infatti identificare, in base a ciò che l’utente vuole vedere, ciò che egli stesso potrebbe voler voler vedere, determinando un circolo vizioso. I critici chiamano questo fenomeno ‘filter bubble‘ (letteralmente ‘bolla-filtro’).

Una delle ripercussioni di queste “bolle” è la propagazione delle bufale online che tendono a essere condivise e a propagarsi, riecheggiando come in una camera dell’eco. Facebook, tuttavia, starebbe lavorando per giungere all’identificazione della notizie false, almeno secondo quanto affermato dagli amministratori del social network.

La strategia di Le Monde per contrastare le fake news

Nella stessa direzione si sta dirigendo il giornale francese Le Monde che ha annunciato un piano per aiutare i lettori a individuare le fake news online. La strategia del giornale è sviluppare un’estensione per Chrome e Firefox. Nello specifico si tratterà di costruire un database, che contenga informazioni relative ai siti che sono o meno fonte di fake news, al quale gli utenti possano accedere appunto con un’estensione Firefox e Chrome. È richiesto all’utente anche un’attiva partecipazione contrassegnando in rosso gli articoli fake, in giallo quelli inaffidabili, e in verde quelli pienamente attendibili.

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