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Una delegazione di giornalisti africani visita le redazioni italiane per parlare di informazione e migrazione

Comunicare la complessità del fenomeno migratorio è una sfida difficile che coinvolge sia i giornalisti dei paesi di destinazione sia quelli dei paesi di origine. Troppo spesso però si tratta di soggetti che si conoscono poco e che ancor meno si parlano, con la conseguenza che poco si sa nei paesi di origine di come venga comunicata la migrazione e di come venga percepita dall’opinione pubblica dei paesi di destinazione, e che lo stesso si può dire anche nei paesi di destinazione, dove gli approfondimenti sui paesi di origine restano sempre troppo pochi

A cura di Organizzazione Internazionale per le Migrazioni

E’ da questa osservazione che l’OIM e l’associazione Carta di Roma hanno invitato in Italia una delegazione di giornalisti provenienti da Nigeria, Costa d’Avorio, Senegal e Tunisia per visitare importanti redazioni italiane e scambiare opinioni e informazioni con i giornalisti che in Italia si occupano di migrazione.

Nel corso della visita di quattro giorni, che si è conclusa oggi a Roma con un workshop finale, i giornalisti hanno visitato le redazioni de La Repubblica, La Stampa, Radio Rai, TG3 Rai, ANSA, Internazionale, Associazione Stampa Estera e la trasmissione Propaganda Live. Insieme a loro, erano anche presenti rappresentanti delle missioni OIM in Nigeria, Senegal, Costa d’Avorio e Tunisia.

I giornalisti africani arrivati in Italia erano già stati protagonisti di workshop realizzati – sempre nell’ambito di “Aware Migrants” – a Dakar, Enugu, Abidjan e Tunisi. “E’ proprio nel corso di quei workshop che abbiamo capito quanto fosse importante creare dei punti di contatto tra i diversi contesti mediatici che operano tra le due sponde dei Mediterraneo.”, afferma Laurence Hart, Direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il  Mediterraneo dell’OIM.  “Comunicare la complessità della migrazione è una sfida che può essere vinta soltanto tramite un’approfondita conoscenza reciproca. E’ necessario costruire un ponte di informazioni, e ci auguriamo che questa esperienza non sia che l’inizia di una serie di fruttuose collaborazioni tra giornalisti africani ed europei”

Alcuni giornalisti della delegazione sono stati ospiti di una trasmissione radiofonica della RAI, dove hanno espresso il desiderio di capire perché l’immigrazione sia troppo spesso considerata un problema piuttosto che un fenomeno che se ben gestito potrebbe portare benefici a tutti.

E, intervistata proprio in radio, Ayssatou Ba, dell’Agenzia di Stampa sengalese, ha osservato che “la migrazione irregolare fa morire troppi giovani e ha un impatto terribile su molte famiglie, vittime di tanti lutti”, mentre Tersoo Zamber di Radio Nigeria ha sottolineato come “di fronte alla perdita di migliaia di vite di nostri connazionali in mare, noi dei Media ci stiamo impegnando molto per sensibilizzare i giovani sull’importanza di utilizzare alternative regolari per migrare”.

Vie regolari che però, secondo molti dei giornalisti italiani incontrati in questi giorni, ancora sono troppo poche in Europa, e la cui mancanza fa si che molte organizzazione criminali di trafficanti si propongano come unica e reale alternativa di migrazione. E se da una parte è vero che lo status di irregolarità in cui purtroppo molti migranti che arrivano in Italia si trovano possa contribuire all’aumento di tensioni sociali e a fenomeni di xenofobia, dall’altra è stato osservato come la crisi demografica europea, che nei prossimi 30 anni raggiungerà picchi estremamente preoccupanti, rende evidente ogni giorno di più come sia necessario sviluppare strumenti in grado di gestire, con politiche bilanciate, umanitarie e sicure, canali migratori regolari che possano anche rispondere alle sfide dei prossimi anni.

Fenomeni ampi e articolati quindi, che in un mondo caratterizzato dalla polarizzazione delle opinioni e da una comunicazione social che fa dell’essenzialità dell’informazione il suo punto di forza, sono sempre più difficili da raccontare. Solo unendo professionalità e conoscenze e creando ponti tra culture si può pensare di trovare modalità di comunicazione veramente efficaci e di successo.

“Questo workshop”, ha sottolineato Valerio Cataldi, presidente dell’Associazione Carta di Roma e giornalista del Tg3 della RAI, “ha permesso di sviluppare, nelle redazioni giornalistiche italiane, un dialogo costruttivo sugli obiettivi del giornalismo e sulla necessità di una conoscenza reale e reciproca per far in modo da raccontare storie, notizie, con professionalità ed attenzione, rispettando la Carta di Roma, codice deontologico sulla corretta narrazione riguardo a media e migrazione”,

“Ci auguriamo che il prossimo passo sia quello di creare una piattaforma di scambio tra giornalisti europei ed africani”, conclude Hart. “Siamo solo all’inizio di un percorso che come OIM continueremo a sostenere anche ne prossimi anni”.

L’iniziativa ha fatto parte delle attività del progetto “Aware Migrants”, realizzato dall’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo dell’OIM e finanziato dal Ministero dell’Interno italiano.

Di seguito una breve gallery fotografica

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