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Spagna. Cinquanta giornalisti a confronto sulla Carta di Roma

Una carta di Roma anche in Spagna. Potrebbe essere questo il risultato finale del percorso iniziato oggi con il seminario organizzato oggi a Madrid dall’ACNUR iberico. Una cinquantina di giornalisti televisivi e della carta stampata si sono confrontati sul tema della copertura mediatica dei temi della migrazione e dell’asilo. Da Telecinco al El Pais, alla radio pubblica, molte le testate rappresentate. Una rappresentante di Carta di Roma è stata invitata a raccontare le origini dell’esperienza italiana, come agisce l’associazione omonima e ad analizzare i punti di forza e le sfide ancora aperte per fornire spunti idee e suggerimenti ai colleghi spagnoli.

L’associazione della stampa di Madrid ha ospitato l’incontro su sollecitazione dell’organizzazione internazionale per i rifugiati. Il presidente della commissione di vigilanza sulla deontologia del FAPE, la federazione nazionale della stampa spagnola, Manuel Nunez Encabo, ha elogiato l’esempio italiano anche perché insiste sulla formazione e la conoscenza oltre all’impegno etico. «Il giornalismo è un bene di interesse pubblico», ha affermato Encabo, «nella misura in cui riesce a unire al diritto della libertà di espressione il diritto del pubblico di ricevere un’informazione veritiera e rispettosa della dignità delle persone».

Maria Jesus Vega responsabile comunicazione dell’ACNUR Spagna ha approfittato dell’occasione per insistere e spiegare ai giornalisti la necessità di usare un linguaggio corretto. “Assalto”, “invasione”, “tsunami umano” sono alcune delle espressioni utilizzate per raccontare cosa accade alla frontiera di Ceuta e Mellilla, l’enclave spagnola in terra marocchina.

Da quella frontiera dalla quale qualche anno fa cercavano di entrare prevalentemente migranti economici dell’Africa sub sahariana oggi tentano l’ingresso molti siriani, maliani e cittadini del centro Africa in fuga da guerre e persecuzioni. «Bisogna prendere atto del cambio di profilo di coloro che arrivano a Ceuta e Melilla. Per il 60% costituite da persone che hanno diritto alla protezione internazionale» afferma Vega. «Non si può chiamarli illegali o irregolari e non si possono ignorare le ragioni dell’esilio», continua la responsabile comunicazione dell’ACNUR a Madrid. I giornalisti presenti concordano sulla necessità di far conoscere norme e indicazioni sul tema, ma reclamano un intervento anche sulla comunicazione istituzionale e per una facilitazione di accesso alle informazioni sul campo.

L’obiettivo degli organizzatori era quello di sollevare il dibattito tra la categoria professionale e mettersi a disposizione di un percorso che possa portare a sperimentare delle indicazioni simili a quelle di carta di Roma. Non solo per evitare continui allarmismi e informazioni fuorvianti su Ceuta e Melilla, ma anche in vista dell’appuntamento elettorale del 2015. Un’informazione corretta su un tema “sensibile” politicamente e possibile terreno di scontro tra i partiti, aiuterà i cittadini a comprendere la dimensione reale dei fenomeni sociali e potrebbe arginare l’ascesa di partiti populisti e xenofobi.

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