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“Non cittadini”. Per il Tribunale di Torino i giornalisti stranieri non possono diventare direttori di testate

Giornalisti stranieri. Nonostante il parere del ministero della Giustizia, il Tribunale di Torino respinge la richiesta di porre una collega non italiana alla direzione di una testata

Era solo il 13 marzo di quest’anno quando l’Ansi (Associazione nazionale Stampa interculturale, gruppo di specializzazione Fnsi) rendeva noto il parere del ministero di Grazia e Giustizia, sollecitato dal Consiglio nazionale dell’Ordine, che considerava abrogato il requisito della cittadinanza italiana per diventare direttori responsabili di una testata.

Forti di questo autorevole e apparentemente definitivo parere, il gruppo di colleghi aveva presentato domanda al Tribunale di Torino per l’iscrizione della testata online Prospettive Altre. La direzione della testata doveva essere assunta da Domenica Canchano, giornalista iscritta all’Ordine della Liguria e collaboratrice de Il Secolo XIX di Genova, già parte anche della giunta di Assostampa Liguria.

Ieri la doccia fredda. Il Tribunale di Torino ha respinto la richiesta di registrazione del periodico smentendo di fatto il parere del ministero di Grazia e Giustizia che riteneva la norma risalente alla legge sull’editoria del 1948 «nella parte in cui richiede che il direttore responsabile di una testata possa essere solo un cittadino italiano, sia stata abrogata (per incompatibilità) con il d.lgs 286/98», ovvero il testo  Unico sull’Immigrazione.

La giornalista nata a Lima in Perù, ma cresciuta in Italia e residente a Genova, che vanta numerose collaborazioni con testate italiane, prima con Repubblica per l’inserto Metropoli e ora con il Secolo XIX, non può assumere la direzione perché tale incarico «implica l’esercizio di poteri e facoltà latamente “politici”», come dice il Tribunale e che quindi «è riservata al cittadino ovvero vietata allo straniero».

Secondo il presidente della Fnsi, Giovanni Rossi, «la legge che impedisce a un cittadino non italiano di poter essere direttore di testata va cambiata. E’ fuori dalla realtà, appartiene ad un’altra fase storica».

Come cita infatti il documento del Tribunale la genesi della figura di Direttore Responsabile risale al Regio Decreto del 26 marzo del 1848 ed è delineata dalla legge editoria dell’8 febbraio 1948 e nella “nuova legge” del 1981. All’epoca il fenomeno migratorio era ai suoi albori. Il primo censimento Istat degli stranieri in Italia di quell’anno calcolava la presenza di 321.000 stranieri. La prima regolarizzazione avviene nel 1982 e solo  nel 1986 fu varata la prima legge  (L 943 del 30.12.1986) con cui ci si poneva l’obiettivo di garantire ai lavoratori extracomunitari gli stessi diritti dei lavoratori italiani

«Non ci fermiamo davanti a questa risposta negativa, che lede un diritto fondamentale per noi giornalisti che da anni lavoriamo in Italia, molti anche cresciuti e formati qui – commentano Viorica Nechifor e Paula Baudet Vivanco, rispettivamente presidente e segretaria nazionale di Ansi – Il diritto all’informazione consiste anche nel poterla esercitare in onestà e libertà e noi, come giornalisti di origine straniera vogliamo partecipare in prima persona, come soggetti che praticano il diritto di cronaca e non solo come oggetti di cronaca. Assieme a Cospe e con il supporto prezioso degli avvocati dell’Asgi agiremo per contrastare questa decisione».

Anche il sindacato dei giornalisti sosterrà con forza ogni iniziativa secondo le parole del presidente della Fnsi: «Cambiare la legge è un atto di civiltà che va compiuto rapidamente».

Anna Meli

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