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Unhcr: vergognoso alimentare intolleranza e disinformazione

«L’accoglienza è un diritto». Unhcr condanna la strumentalizzazione dell’insofferenza dei cittadini

«È vergognoso che si diriga consapevolmente la frustrazione dei cittadini, alimentando comportamenti violenti contro rifugiati e richiedenti asilo che nulla hanno a che vedere con situazioni di disagio sociale. Chi fugge da guerra e persecuzioni non può essere né deve diventare un capro espiatorio. È apprezzabile l’impegno continuo delle Prefetture in favore dei rifugiati e auspichiamo che le istituzioni italiane continuino a garantire pienamente e con responsabilità il diritto di queste persone alla protezione e all’accoglienza, valori fondanti della stessa cultura italiana ed europea», ha dichiarato Laurens Jolles, delegato Unhcr per il Sud Europa.

L’Alto Commissariato delle Nazioni unite per i Rifugiati ha espresso indignazione per le manifestazioni di intolleranza nei confronti di rifugiati e richiedenti asilo, ultima quella di Casale San Nicola, quartiere residenziale alla periferia di Roma dove la protesta dei cittadini per impedire l’accesso di 19 migranti presso una struttura dell’area è degenerata (leggi qui), che segue a poche ore di distanza i disordini avvenuti a Treviso (leggi qui).

«Alimentare consapevolmente la retorica xenofoba e razzista nei confronti dei rifugiati, attribuendogli falsi privilegi ed indicandoli come causa di disagio per i cittadini italiani, è pericoloso, poiché fomenta tensioni sociali di difficile gestione – scrive Unhcr – Condanniamo con fermezza la strumentalizzazione dell’insofferenza dei cittadini portata avanti da elementi estremisti della società, che favorisce un clima di tensione e comportamenti aggressivi verso rifugiati e operatori impegnati nelle attività di accoglienza».

Strumentalizzazioni politiche e mediatiche condannate anche da Centro Astalli
«Nella vicenda di queste ore a Casale San Nicola ci pare importante ribadire ancora una volta che Roma si trova ad accogliere persone che sono state costrette a lasciare la propria casa a causa di crisi umanitarie, conflitti o regimi dittatoriali – ha commentato padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli – Si tratta mediamente di persone molto giovani e tra di loro tante sono le vittime di tortura».
Centro Astalli ha ribadito la condanna di ogni forma di strumentalizzazione politica e mediatica capace di «creare pericolose tensioni e inutili allarmismi tra la popolazione». Una convivenza  pacifica e costruttiva tra italiani e rifugiati, come ricorda il servizio dei gesuiti per i rifugiati, non solo è possibile, ma è stata già provata dalle dimostrazioni di grande solidarietà date dai cittadini di Roma in situazioni anche più complesse.
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