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Le vite parallele di Ahmed e Harry

Ahmed è un dodicenne che viene dalla Siria, Harry è tedesco e di anni ne ha 92, eppure entrambi hanno vissuto la guerra e sono scappati per questo dal proprio paese. Un video dell’Unicef ne racconta le storie

Cosa hanno in comune un bambino siriano e un anziano tedesco? L’Unicef racconta per immagini le storie parallele di un giovanissimo rifugiato di oggi e di un 92enne tedesco, bambino durante la seconda guerra mondiale.

In 120 secondi il video si dipana attraverso i racconti di Ahmed, 12 anni di Damasco e Harry, 92 anni di Berlino. I due narrano le loro vicende, come sono stati costretti a lasciare le proprie case e i tortuosi viaggi in cerca dell’auspicata salvezza. Nonostante siano separate da oltre 70 anni, le due storie contengono molte affinità, sottolineate anche dai fotogrammi di scene dalla guerra in Siria accostati a immagini di repertorio della seconda guerra mondiale. Ahmed e Harry descrivono i terribili dettagli della loro esperienza, inclusi gli attacchi alle scuole, alle case e le pericolose rotte percorse attraverso terra e mare.

Harry ha trovato rifugio in Gran Bretagna, dove vive attualmente. Ahmed ha cercato riparo in Svezia, dove si è ricongiunto con la sua famiglia e oggi è tornato a scuola. Le generazioni poste a confronto nel video sono distanti nel tempo ma non nelle vicende vissute.

Quasi la metà dei rifugiati al mondo sono bambini

Il video, realizzato dall’agenzia di comunicazione 180 Amsterdam, vuole riportare l’attenzione sul fatto che al mondo ci siano 50 milioni di bambini senza alcuna tutela e protezione, 28 dei quali lasciano le proprie case a seguito di conflitti e si muovono alla ricerca di una prospettiva di vita. Si tratta di minori spesso traumatizzati dai conflitti e dalla violenza vissuta.

Secondo le stime del 2015 riportate dall’Unicef, sulla base di dati Unhcr, i due paesi dai quali proviene la gran parte dei bambini rifugiati sono la Siria con 2.3 milioni e l’Afghanistan con 1.3, si tratta del 45% del totale mondiale.

«L’unico sogno di questi bambini è la salvezza, e la possibilità di un futuro radioso» afferma la direttrice dell’Unicef Paloma Escudero.

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