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Chasing the stars: un web-doc racconta le storie dei rifugiati in viaggio

Il progetto si compone di tre episodi e vuole mostrare le condizioni di coloro che tentano di raggiungere l’Europa fuggendo da territori dilaniati dalla guerra, con l’obiettivo di «raccontare il fenomeno migratorio, senza pietisimi»

Chasing the Stars è un progetto multimediale che racconta le vite dei rifugiati in cerca di  varchi per attraversare l’Europa. Realizzato da Croma (Cross Media Action), consiste in un web-documentario in tre episodi che descrive le migrazioni in Paesi quali la Turchia, la Grecia e la Germania. Ne abbiamo parlato con Valerio Muscella, videomaker tra gli autori del progetto.

Un viaggio in tre tappe

Il progetto «nasce dalla volontà di raccontare le migrazioni come processo non lineare e frammentato, in cui le fratture sono determinate sia dalle scelte politiche dei sistemi europei che impediscono di oltrepassare i confini che dalla volontà delle persone di adattarsi e reagire ai contesti che incontrano durante il viaggio, con soluzioni creative basate sui principi di collaborazione, condivisione e attivismo», spiega Muscella.

Una fotografia che racconta uno dei momenti di lavorazione del web-doc.

Tre le tappe lungo il percorso migratorio verso l’Europa narrate dal web-doc: «Il primo episodio è in Turchia, ai margini della frontiera della Fortezza Europa, in cui i protagonisti raccontano le ragioni del viaggio e iniziano una nuova vita – racconta il videomaker – il secondo è l’arrivo in Grecia, primo paese europeo, dove le persone sono spesso costrette a vivere nell’illegalità per non finire sotto le macerie di un sistema d’accoglienza al collasso; e infine il terzo episodio racconta la quotidianità nel paese di arrivo, la Germania, il nuovo inizio e le sfide del presente in un contesto totalmente diverso da quello di appartenenza».

Le tre puntate pongono al centro del racconto le persone «e soprattutto la resilienza che esprimono in contesti anche straordinariamente difficili», aggiunge Valerio Muscella. E prosegue: «Il viaggio dei migranti oltre a essere un percorso fisico, fatto di confini materiali, è anche, e soprattutto, un viaggio identitario che le persone intraprendono esplorando le proprie risorse e capacità di adattamento». Per riuscire a far emergere questo aspetto, gli autori hanno sviluppato un forma narrativa che privilegia l’inclusione dei protagonisti: «con un’attenzione alle relazioni che si instaurano, senza pietismo, ma facendo emergere la ricchezza e la forza delle nuove comunità che si stanno formando lungo i confini», afferma Muscella.

Raccontare i rifugiati, dunque, non solo come numeri e, soprattutto, fuori dalle logiche degli stereotipi. Per farlo gli autori hanno individuato un filo conduttore: «Vogliamo tenere lo spettatore molto vicino alle persone di cui raccontiamo le esperienze, cercando di favorire un processo di identificazione empatica con i protagonisti. E per ridurre la distanza tra chi siede comodamente a casa e chi per avere una casa deve affrontare ostacoli enormi, ci siamo chiesti cosa accomuna gli essere umani a prescindere dalla propria cultura. La risposta è stata semplice: i sogni, i progetti per il futuro e le speranze, perché “a tutti è capitato di guardare il cielo stellato e a quel cielo abbiamo affidato i nostri desideri. Inseguire le stelle riguarda tutti noi” e questo è diventato infatti il filo conduttore del progetto».

Il web-doc per raccontare la non-linearità del viaggio

Come raccontare un viaggio frammentario, un’esperienza che ha luogo in modo parallelo sul piano esteriore e su quello interiore? La forma scelta dagli autori è quella del documentario prodotto per il web, interattivo: «In primo luogo perché pensiamo che sia lo strumento che meglio ci permette di raccontare la non linearità del percorso migratorio – commenta l’autore –  Il webdocumentario ci ha permesso di sperimentare e mettere in pratica le nuove tecniche di storytelling, di comunicazione sul web e di contaminazione di diversi linguaggi».

Una modalità narrativa, quella del web-doc, che secondo Muscella, inoltre, consente di coinvolgere in modo attivo l’utente/spettatore: «sarà infatti lo stesso utente a scegliere quale parte della storia approfondire, in quale momento fermarsi o tornare su contenuti precedenti. Lo spettatore di un documentario diviene quindi un utente di un webdocumentario, e in qualche modo partecipa alla storia che sta scoprendo».

Una fotografia che documenta il lavoro svolto per la realizzazione del webdocumentario, pubblicata sulla pagina di crowdfunding del progetto

Il primo episodio ambientato in Turchia è in fase di post produzione e sarà pubblicato online a febbraio 2017. Per il secondo e il terzo episodio, invece, gli autori stanno raccogliendo le risorse economiche necessarie per la realizzazione: «Abbiamo aperto un crowdfunding, auspicando il principio di partecipazione, sostegno e condivisione che raccontiamo. La campagna resterà aperta fino al 15 gennaio 2017 e l’obiettivo è di chiudere il webdocumentario entro la fine del 2017».

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