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La biblioteca interculturale che fa integrazione alla periferia di Roma

Presentato il rapporto di due anni di attività dell’associazione Cittadini del mondo. Nella biblioteca oltre 17 mila libri in 25 lingue diverse

di Redattore Sociale

Diciassettemila libri in 25 lingue diverse, oltre duemila tesserati, diversi servizi implementati: dalla scuola di italiano all’assistenza sanitaria all’interno del Selam Palace, l’edificio occupato da oltre dieci anni, nella periferia romana. Dopo due anni dalla riapertura la Biblioteca interculturale Cittadini del mondo traccia il bilancio delle sue attività, in un report presentato oggi a Roma.

“Quando abbiamo aperto, nel 2009, la Biblioteca contava 246 libri. Oggi, il nostro patrimonio è costituito da circa 17.000 libri (di cui oltre 1.000 per ragazzi), in più di 25 lingue diverse, da quelle europee a quelle asiatiche e africane, dai contenuti più disparati (arte, storia, letteratura, fumetti, ecc.) e un settore multimediale con oltre 1.200 dvd – spiega l’associazione -. Il patrimonio è stato consolidato negli anni attraverso acquisti, ma soprattutto donazioni che continuano a susseguirsi giorno dopo giorno. C’è chi contatta l’Associazione per donarci pochi libri, chi intere raccolte di saggi o romanzi. Ogni giorno i nostri volontari si alternano per selezionare i volumi idonei a far parte del patrimonio della Biblioteca”. Per accedere ai servizi della Biblioteca è sufficiente avere la tessera di iscrizione, che è gratuita.

Tra i servizi c’è la scuola d’italiano per migranti e rifugiati, attiva dal 2017 ma ampliata dal 2017. “Ogni singolo corso è strutturato su quattro ore settimanali distribuite in due volte e conta una media effettiva di circa una decina di studenti per lezione, ciascuna guidata da due insegnanti madrelingua, volontari – spiega Cittadini del mondo -. Nonostante la totale autonomia nella gestione delle lezioni e del materiale didattico, si è riuscita a garantire una notevole continuità e comunicazione tra i vari corsi e livelli grazie ai registri dei corsi dove ogni insegnante è tenuto a segnare le presenze e ad appuntare tutti gli argomenti trattati; grazie a gruppi social, per cui la comunicazione è più fluida ed immediata; grazie a riunioni periodiche per evidenziare problematicità e per discutere proposte e soluzioni o per promuovere iniziative”. Quasi due terzi degli studenti sono di origine asiatica: quasi la metà del totale viene dal Bangladesh. Il resto sono persone provenienti da Russia, Romania, Slovenia e Germania. La maggior parte hanno un’età che va dai 25 ai 35 anni. I pochi studenti che superano i 45 anni sono migranti per motivi di ricongiungimento familiare.

C’è poi lo sportello sociale, attivo dal 2010, che offre un servizio gratuito di ascolto, counseling, orientamento ai servizi sociali, sanitari e anagrafici del pubblico e del privato sociale. Lo sportello è aperto due volte a settimana ed è rivolto a un’utenza mista, italiani e non, con particolare attenzione ai migranti fragili, donne vittime di violenza, minori, aventi diritto a forme di protezione internazionale. Il servizio si avvale anche della presenza di mediatori di lingua somala e araba e inoltre gli operatori parlano fluentemente inglese, francese, spagnolo e romeno. Lo sportello sociale rappresenta un luogo protetto, sicuro e accogliente a cui ogni utenza può rivolgersi senza discriminazioni o rischi di segnalazione. Dal 2006 inoltre le attività dello sportello sociale sono state portate anche all’interno di Palazzo Selam, stabile occupato in zona La Romanina, abitato da circa 800 persone titolari di protezione internazionale e provenienti dal Corno d’Africa. In questo contesto le attività dello sportello si affiancano al servizio di visite mediche e distribuzione di medicine e articoli igienico-sanitari offerto dall’associazione.

“I dati presenti in questo report si fermano ai primi di maggio e fin qui siamo decisamente soddisfatti: i tesserati sono più di duemila, le iniziative e i corsi sono molto frequentati, in alcuni casi fino a non bastare le sedie, le attività della biblioteca sono sempre in evoluzione -sottolinea Paolo Guerra -. Tutto ciò comporta molta fatica, ma regala anche grandi soddisfazioni a tutti noi. Siamo soddisfatti non solo per il buon funzionamento di questo meraviglioso posto a cui teniamo tanto, ma perché questo luogo sta diventando sempre più un’alternativa a ciò che c’è fuori, a quest’aria pesante che si respira nelle strade, fra la gente”.

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