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Protocollo d’intesa per i diritti dei minori migranti

L’alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati e l’autorità garante per l’infanzia hanno firmato un accordo per i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia

Il 6 ottobre 2017 l’autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza e l’Unhcr, agenzia Onu per i rifugiati, hanno firmato un protocollo d’intesa per promuovere iniziative congiunte finalizzate alla protezione dei minori stranieri non accompagnati e separati in Italia. Tale collaborazione è volta a facilitare la conoscenza e il pieno rispetto delle convenzioni internazionali sui diritti dei bambini e adolescenti e sui principi fondamentali per la loro protezione, quali il superiore interesse del minore, la non discriminazione, il diritto alla vita, alla sopravvivenza, allo sviluppo e, non ultimo, particolarmente il diritto all’ascolto.

Secondo l’Unhcr nel 2017 sono arrivati in Italia via mare oltre 13mila bambini e adolescenti non accompagnati o separati, vale a dire il 13 per cento di tutte le persone arrivate sulle coste italiane. Con gli arrivi, sono aumentate anche le sfide per garantire protezione adeguata soprattutto alle persone con bisogni e vulnerabilità specifiche, anche nel quadro della recente legge, approvata ad aprile 2017, che attiene all’accoglienza e alla tutela dei minori stranieri non accompagnati.

«I bambini sono particolarmente esposti a rischi di abusi, sfruttamento e violenza. Spesso sono fuggiti da soli e hanno viaggiato fino ad arrivare sulle nostre coste senza la cura e la protezione della famiglia. In molti casi le famiglie sono state separate durante il viaggio. I minori sono pertanto portatori di specifiche vulnerabilità e hanno bisogno di servizi e misure di protezione idonee e mirate», ha detto Stephane Jaquemet, Delegato dell’Unhcr per il Sud Europa.

In linea saranno realizzate visite ad almeno quindici strutture per minorenni afferenti ai sistemi di prima e di seconda accoglienza. Tali visite metteranno al centro momenti di ascolto e di consultazione con i giovani migranti in esse ospitati, sulla base di una metodologia partecipativa e un approccio basato sui diritti.

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