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Tratta di esseri umani, per l’UE l’Italia non fa abbastanza. ASGI: “Risposte parziali e non organiche”

Il fenomeno della tratta di esseri umani continua ad essere in espansione, con forme di sfruttamento diversificate, in particolare anche nell’ambito lavorativo, afferma l’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione sul suo sito. Un allarme che risuona ancora più forte dopo la pubblicazione del primo rapporto sull’Italia di Greta, l’organismo di monitoraggio anti-tratta del Consiglio d’Europa. Ne hanno parlato ieri le cronache di numerosi quotidiani tra cui  Libero, il Manifesto e l’Avvenire negli scorsi giorni.

ASGI, che aveva partecipato alle attività parlamentari per la preparazione del decreto legislativo di attuazione della direttiva europea sul tema, aveva già sottolineato che il provvedimento risultava inadeguato e incompleto perché ometteva svariate disposizioni, alcune delle quali di notevole importanza.

Francesca Nicodemi, avvocato che per ASGI segue il tema della Tratta, conferma il ritardo dell’Italia nella gestione del fenomeno. «La direttiva europea chiedeva di creare un vero e proprio sistema antitratta mentre con il decreto si sono individuate risposte parziali e non organiche».  Inoltre il decreto prevedeva l’adozione di un Piano Nazionale Antitratta che doveva essere stilato già entro fine giugno scorso e di cui non si hanno notizie. Una delle cause dei ritardi potrebbe essere anche la mancata definizione di attribuzione di competenze sulla materia, che finora faceva capo al dipartimento Pari opportunità e che oggi ricadrebbe sotto la responsabilità del ministero del Lavoro e in particolare del sottosegretario Biondelli che ha la delega all’immigrazione e alle politiche di integrazione. Il rapporto del Consiglio d’Europa riporta all’attenzione la questione dello sfruttamento e chiede all’Italia l’attuazione di politiche e provvedimenti che non possono essere più rimandati.

 

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