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Una nuova etica giornalistica inizia dal contrasto all’hate speech

L’intervento di Frank La Rue al seminario di Firenze: «Una nuova etica giornalistica inizia dal contrasto all’hate speech»

Tra hate speech e libertà di espressione: giornalisti e blogger italiani ed europei si sono riuniti il 2 luglio a Firenze per il primo seminario intensivo del progetto Prism, organizzato da Associazione Carta di Roma e Arci in collaborazione con Robert F. Kennedy Human Rights Europe, Cospe, Lsdi, con il patrocinio del Comune di Firenze.

Nel corso della mattina si sono alternati al microfono Matteo Biffoni, delegato Anci all’Immigrazione, che ha dato il benvenuto ai partecipando ricordando l’importanza delle parole.

L’incontro, un momento di formazione e confronto che ha visto la partecipazione di 75 persone, tra operatori dell’informazione ed esperti attivi su diverse tipologie di media nel contrasto a estremismi, violenza e discriminazione online, è stato aperto dal keynote speech di Frank La Rue, direttore di Robert F. Kennedy Human Rights Europe (sopra il video in inglese dell’intervento).


«Una nuova etica giornalistica parte dal contrasto all’hate speech», ha affermato La Rue, ricordando che la libertà d’espressione resta comunque alla base del pensiero europeo e che il suo rispetto rappresenta la regola.

La parola è poi passata a Elena D’Angelo di Unicri, che ha illustrato il quadro giuridico nazionale e europeo che regola gli hate crime e, in particolare, il discorso d’odio.

Degli attacchi online subiti dalle donne ha parlato la scrittrice e attivista Lorella Zanardo, autrice del documentario “Il corpo delle donne” e membro della commissione della Camera dei Deputati responsabile della Carta dei diritti di internet.

Le esperienze di diversi paesi sono infine state messe a confronto nella tavola rotonda moderata da Valeria Brigida, giornalista freelance e blogger del Fatto Quotidiano, in cui si è approfondito il tema della gestione dell’hate speech nelle redazioni.

Dall’esempio italiano de La Stampa, per cui è intervenuta Nadia Ferrigo, testata che, oltre a essere attenta ai commenti pubblicati dagli utenti, per prevenire l’hate speech cerca di proporre un taglio inedito del racconto dell’immigrazione e dell’integrazione, rendendolo meno “noioso” agli occhi del lettore.

Il dibattito si è poi spostato al livello europeo con l’intervento di Ricardo Gutierrez, segretario della European Federation of Journalists che ha fornito ai professionisti della comunicazione in sale consigli e strumenti per la prevenzione dell’hate speech.

L’esperienza spagnola è stata narrata da Vicent Partal, creatore, nel 1994 del primo portale di notizie online della Catalogna e fondatore di Vilaweb, del quale è tuttora direttore. «Le testate giornalistiche devono capire che non hanno bisogno di creare controversie per raggiungere più lettori», ha affermato Partal.

Iulia Rosu, giornalista e blogger di Adevarul, ha spiegato che in Romania l’hate speech interessa principalmente articoli sulla popolazione rom, l’identità di genere e l’orientamento sessuale e raccontato di come i discorsi d’odio online rappresentino un fenomeno piuttosto recente.

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