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Disinformazione: la lite trasformata in rivolta

Strumentalizzazione. A Perugia una lite tra richiedenti asilo viene trasformata in rivolta al centro di accoglienza

Una lite trasformata dai media in qualcosa di più grave perché i protagonisti sono migranti. Un copione già letto.
Poco tempo fa era stato il caso del crocifisso a Terni, quando il difficile rapporto tra due compagni di classe di dodici anni – lui straniero e arrivato da poche settimane, lei italiana – era stato riletto da alcune testate giornalistiche come un’aggressione a sfondo religioso (per saperne di più «Il caso del crocifisso a Terni. Tra strumentalizzazione e superficialità»).
Restiamo in Umbria, ma ci spostiamo a Perugia UJquesta volta. Il caso è molto diverso, ma anche questa volta a caratterizzarlo è la strumentalizzazione che i media ne fanno: la  lite tra due ragazzi ospiti di un centro di accoglienza è stata trasformata da alcune testate giornalistiche in una rivolta scoppiata a causa del malcontento dei richiedenti asilo per cibo e vestiti.
A dare per primo la falsa notizia domenica mattina, 14 giugno, è stato il sito Umbriajournal.com, che interviene poi rimuovendola. Nel frattempo PerugiaToday riprende lo stesso articolo, riportando in parte gli stessi elementi. Infine si aggiunge Il Giornale.
Fa chiarezza Daniele Bovi su Umbria24. Rilanciamo di seguito il suo articolo.

Perugia, banale lite tra due immigrati trasformata in una rivolta «per il cibo e i vestiti non firmati»

di Daniele Bovi

Una banale lite tra due stranieri, nigeriani, trasformata in una specie di rivolta da slum di Lagos. Una non notizia che invece lo diventa, se protagonisti sono gli immigrati, gonfiandosi fino a trasformarsi nell’uragano generato da un lontano, lontanissimo, battito di ali di farfalla. Sono le 9.30 di domenica mattina a Perugia, all’ostello Spagnoli, dove sono ospitati circa 30 immigrati (una ventina di pachistani e dieci nigeriani), dei quali si occupa Arcisolidarietà Ora d’aria: ad un certo punto scoppia una lite tra due ventenni nigeriani, probabilmente causata da qualche piccolo problema legato alla forzata convivenza. Gli animi si scaldano e allora parte una telefonata diretta alla vicina questura: a farla, assicurano i responsabili della struttura, non è stato lo staff dell’ostello bensì, probabilmente, qualche altro ospite spaventato dalle urla. Quando la volante arriva sul posto gli animi si sono già calmati: i due ventenni si sono chiariti e hanno promesso di non disturbare più le altre persone.

La “rivolta”

Fin qui i fatti che prima dell’ora di pranzo su un giornale online locale sono stati trasformati in una protesta di massa («immigrati in strada») a causa «del cibo e per i capi “non firmati”» (cibo che viene comprato direttamente dagli immigrati, che poi lo cucinano come vogliono). Insomma, ce n’è abbastanza per aizzare le persone che leggono e infatti, dopo che la ‘notizia’ viene parzialmente ripresa anche da un’altra testata online locale, come di consueto giungono auguri di morte, di affondare sui barconi insieme a mogli e figli, proposte di bruciare l’ostello con tutti dentro; il tutto corredato dalle solite immagini di Hitler e Mussolini che promettono di far piazza pulita.

Interviene l’assessore

Insomma, il classico repertorio dell’odiatore medio, tanto che anche l’assessore comunale alle Politiche sociali, Edi Cicchi, si vede costretta a intervenire con un post su Facebook: «Stamattina due persone hanno avuto un banale litigio e le forze dell’ordine preventivamente sono state allertate! Attenzione ai giornalisti e alla deprecabile strumentalizzazione politica. Tutto funziona! Tutto in ordine!». Nel corso del pomeriggio poi la notizia è stata ripresa anche da Il Giornale che fu di Indro Montanelli («Perugia, i rifugiati bocciano menù e vestiario donato»), articolo sormontato da un banner dove si promuove un libro sull’«Isis segreto» e dove un inquietante tagliagole guarda il lettore.

Daniele Bovi (per l’articolo originale cliccare qui)

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