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Elezioni 2014: i media, la politica e la xenofobia

Media e xenofobia nelle elezioni 2014

Ottantotto casi in 96 giorni: questo il risultato del monitoraggio realizzato dalle associazioni Lunaria, Antigone e 21 luglio sull’uso strumentale del tema della migrazione nel periodo che ha preceduto le elezioni (tra il primo febbraio e il 7 maggio). Il controllo è stato svolto nell’ambito della Campagna per i diritti, contro la xenofobia – Elezioni 2014, iniziativa che si è appoggiata all’Osservatorio sui discorsi d’odio e i diritti dei migranti di Lunaria, attivo fin dal 2009.

Campagna elettorale che, ha detta di molti, è stata la più xenofoba degli ultimi anni, ma che, probabilmente, è stata anche la più vigilata; oltre all’azione promossa da Lunaria, Antigone e 21 luglio, infatti, sono diversi i progetti nazionali ed europei che hanno esaminato giorno per giorno la presenza del tema della migrazione sui media e sugli altri strumenti utilizzati dai partiti (dichiarazioni pubbliche, manifesti, post sui social network ecc.).

La vigilanza costante potrebbe aver contribuito a far apparire questa campagna come la più razzista e xenofoba? Non la pensa così Lunaria: «Il lavoro del nostro osservatorio va avanti da anni, quindi la nostra visione va al di là dell’ultima fase elettorale  – spiega Grazia Naletto, presidente di Lunaria –Anche solo facendo riferimento al nostro paese notiamo che c’è stata una maggiore presenza del tema immigrazione in questa campagna elettorale rispetto, per esempio, a quanto è accaduto con le politiche e amministrative dello scorso anno».

Che il tema dell’immigrazione e in particolare la sua demonizzazione siano sfruttati da alcuni partiti, purtroppo, non è una novità. Lunaria conferma che «il dibattito pubblico è stato molto sbilanciato, il tema è stato molto presente, ma quasi esclusivamente in senso negativo». Una diversa interpretazione del tema dei migranti, che promuove la garanzia dei diritti, ha trovato poco spazio ed è rimasta in ombra.

Viene da chiedersi, dunque, se anche i media abbiano una fetta di responsabilità nella ripetizione di questo fenomeno. «Sicuramente – risponde Naletto – Il problema prioritario riguarda il mondo della politica, di quei movimenti che fanno del populismo una chiave strategica, ricorrendo ai messaggi d’odio. Tuttavia la politica viene ripresa dai mezzi d’informazione, che possono essere critici o enfatizzare il messaggio. È una scelta che ogni testata fa, non si può generalizzare, l’analisi va fatta caso per caso. Chi dà grande visibilità ai messaggi razzisti o xenofobi, promossi da singoli candidati, movimenti o personaggi pubblici, contribuisce comunque a esaltare discriminazione e intolleranza verso i cittadini stranieri. Inoltre, quest’anno, tante notizie erano legate all’attualità, in particolar modo all’intensificazione degli arrivi via mare: i media tendono a ingigantire le notizie e a utilizzare un linguaggio che crea allarmismo nell’opinione pubblica. Lo fanno anche quando riportano nei titoli dichiarazioni virgolettate, magari rilasciate da politici, che contengono parole come “invasione” o dati strumentalizzati».

Ripercorrendo la rassegna stampa di Carta di Roma degli ultimi mesi e osservando le tante notizie di cronaca, sbarchi, politiche dell’immigrazione e dibattito politico, non è semplice riuscire a capire dove parta il processo di centralizzazione dei temi legati alla migrazione.  È la politica che, urlando i suoi messaggi, influenza le testate nella scelta di ciò che considerano più interessante per i lettori, oppure sono la visibilità data dai media ad alcuni fatti, l’allarmismo talvolta creato intorno a essi, a far diventare nella campagna elettorale di un candidato un argomento più centrale di altri? Probabilmente entrambe le spiegazioni sono vere.

«Tornando sull’esempio degli arrivi, è chiaro che essi contribuiscano ad attrarre l’attenzione dei mezzi d’informazione e quindi le dichiarazioni della politica – prosegue la presidentessa di Lunaria – ma quello di cui stiamo parlando va ben oltre la cronaca. Xenofobia e razzismo sono assi portanti di alcuni partiti nella ricerca del consenso tra elettori, la loro scelta di insistere sugli arrivi sotto questo punto di vista può essere considerata vincente poiché evidenzia la presenza di persone che arrivano da altri paesi e l’accoglienza che offriamo loro. Nonostante il collegamento con l’attualità esista, non sono sicura che con un minor numero di arrivi un partito come la Lega non avrebbe scelto di fare la stessa campagna elettorale».

L’influenza tra politica e media su un tema come quello dell’immigrazione, secondo le conclusioni di Lunaria, non può essere che reciproca.

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