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Il Mediterraneo sempre più pericoloso per i migranti

Nuovo rapporto OIM rivela che nel 2018 è morto in mare un migrante ogni 35. Nel 2017 era uno ogni 50. Sono circa 1.600 i bambini morti nel mondo lungo le rotte migratorie

Il Global Migration Data Analysis Centre dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) lancia oggi il rapporto “Fatal Journeys 4”, che analizza i dati relativi ai decessi di migranti nel mondo.

Il Rapporto di quest’anno si concentra in particolare sui decessi dei bambini, visto il crescente numero di minori che intraprendono viaggi su rotte migratorie pericolose. Secondo i dati dell’OIM, quasi 1.600 bambini sarebbero morti o risulterebbero dispersi nel mondo dal 2014 al 2018, una media di un bambino al giorno.

Frank Laczko, direttore del Global Migration Data Analysis Centre dell’OIM, ha sottolineato come tra i migranti, i bambini rappresentino proprio il gruppo più vulnerabile. “La mancanza di dati relativi a età, caratteristiche e vulnerabilità dei minori migranti dispersi, crea gap importanti nel sistema di protezione, rendendo difficilissima la creazione di programmi e politiche ad hoc.

La rotta del Mediterraneo Centrale

Il rapporto sottolinea come sia innegabile che nel 2018 la rotta del Mediterraneo centrale si sia fatta più pericolosa: anche considerando le stime più ottimistiche, nel 2018 1 persona su 35 è morta nel corso della traversata, mentre nel 2017 la stima era di 1 su 50.

Da notare che le stime relative al 2019 (anno non incluso nel rapporto) mostrano che il tasso di mortalità nel Mediterraneo sia ulteriormente aumentato (nei primi 5 mesi dell’anno è morta 1 persona su 14).

Al contrario, è sensibilmente aumentato il numero di migranti nella rotta del Mediterraneo occidentale verso la Spagna, seguito da un aumento dei decessi: dai 224 del 2017 agli 811 del 2018.

Ecco alcuni dati presentati dal Rapporto: 

Contenuti

I capitoli del report evidenziano quali siano le maggiori vulnerabilità dei bambini, le responsabilità legali degli Stati in caso di sparizione o decesso dei minori e i risvolti etici relativi a un argomento così delicato.

Il report spiega perché sia così difficile reperire dati su migranti minori dispersi disaggregati per età, e presenta le misure necessarie che non solo assicurerebbero una migliore qualità dei dati, ma aiuterebbero anche a prevenire tali tragedie. Il capitolo conclusivo di Fatal Journeys 4 delinea infine le nuove strategie OIM al fine di aumentare e migliorare i dati a disposizione relativi ai minori dispersi.

“Sono necessarie azioni mirate affinché tutti abbiano una migliore comprensione di quali siano le vulnerabilità e le necessità dei bambini e dei migranti”, ha affermato Julia Black, coordinatrice del progetto OIM Missing Migrants e co-editrice del rapporto.

Stime al ribasso

Ricercatori OIM hanno spiegato che su scala globale le stime relative al numero di decessi sono al ribasso, considerando che molte vittime non sono state recuperate o non è stata denunciata la scomparsa. Allo stesso modo, l’importante calo registrato tra il 2017 e il 2018 (da 6.280 a 4.734) è legato soprattutto a una diminuzione delle partenze verso l’Europa nella rotta del Mediterraneo centrale. Il numero di partenze registrate verso l’Italia è passato da 144,000 a 46,000.

Per leggere il rapporto integrale, cliccare qui.

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