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“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari”

Una riflessione sull’episodio di Follonica e sul silenzio istituzionale che lo ha circondato

A cura di Cronache di ordinario razzismo

Quello che è successo a Follonica lo scorso giovedì è un atto brutale che non dovrebbe accadere, men che meno trovare posto in una società che si dica civile e rispetti la dignità di ogni persona in quanto essere umano. L’episodio è tristemente noto, grazie al video diventato virale sul web. Le immagini mostrano chiaramente l’accaduto: tre uomini rinchiudono due donne in una gabbia.

I tre uomini, italiani e dipendenti della catena tedesca di supermercati Lidl, hanno sorpreso due donne rom a rovistare tra i rifiuti. I bidoni si trovano in un’area esterna del supermercato, all’interno di una gabbia metallica, con un’apertura laterale. I dipendenti del supermercato hanno bloccato l’accesso e assistito divertiti alla reazione disperata delle donne. Gli insulti, le risate, le urla, sono stati documentati dagli stessi uomini, che hanno filmato l’accaduto e l’hanno poi postato sui social network. I commenti razzisti di approvazione sono stati così numerosi da sollevare un dibattito pubblico a livello nazionale. Torna così sempre attuale la questione dei discorsi d’odio sui social network, ma è solo uno degli aspetti aberranti dell’intera vicenda.

Il video documenta innanzitutto la rilevanza penale dell’atto: le forze dell’ordine – i carabinieri di Follonica – hanno aperto un procedimento che vede indagati i tre uomini per sequestro di persona(secondo l’articolo 605 del codice penale). Un’accusa a cui i tre aggressori (i due ripresi e il loro collega che li riprende) non potevano sfuggire, dal momento che hanno loro stesso pubblicizzato l’accaduto, diffondendo il video online. Proprio la volontà di mettersi in mostra, insieme alla totale mancanza di rispetto delle vittime, è uno degli aspetti più preoccupanti dell’intera vicenda. Il fatto che le donne sono straniere, per giunta rom, e che sono sorprese dove non dovrebbero trovarsi, porta allo scoperto l’odio xenofobo e razzista dilagante nel nostro Paese. Come testimoniano infatti le tante dichiarazioni online, di commento al video, molti di coloro che si pronunciano sull’accaduto solidarizzano con i tre uomini.

Lidl Italia prende invece le distanze dall’atto e sembrerebbe prendere in considerazione il licenziamento dei dipendenti coinvolti. A quest’annuncio hanno fatto seguito ulteriori manifestazioni di solidarietà verso i tre uomini, e da parte di molti la minaccia di boicottare la catena tedesca se darà seguito al licenziamento.

Agghiaccianti anche i commenti degli avventori toscani del supermercato in risposta all’accaduto: qui raccolti in una videointervista. Senza alcuna esitazione gli intervistati si schierano con i tre aggressori, il cui comportamento non solo è giustificato, ma ritenuto in un certo senso poco adeguato, debole. Spiccano infatti i riferimenti all’annientamento fisico delle donne: “le dovevano dare fuoco”, “nel tritacarne bisognerebbe metterle”.

Ritorna così prepotentemente l’invito alla pulizia etnica che Matteo Slavini aveva espresso qualche giorno fa. Anche in merito all’accaduto le dichiarazioni da parte del leader della Lega Nord non si sono fatte attendere: in un post sul suo profilo Facebook si è schierato a sostegno dei tre aggressori offrendo loro anche un supporto legale.

Quasi inesistente la reazione delle altre forze politiche, se si fa eccezione per le dichiarazioni del leader di Sinistra Italiana Fratoianni e del ministro della giustizia Orlando. Nei fatti più una reazione alle dichiarazioni del leader leghista che una condanna e una presa di distanza dall’accaduto.

Questo è un silenzio colpevole e inquietante perché subordina un principio fondamentale come quello di eguaglianza e non discriminazione a meschini calcoli elettorali. Il dibattito politico condiziona pericolosamente i comportamenti quotidiani, come dimostrano purtroppo molto chiaramente la vicenda di Follonica insieme ai commenti, alle dichiarazioni e alle iniziative di solidarietà agli aggressori che l’hanno accompagnata. Chi, rivestendo un ruolo pubblico e istituzionale, rinuncia ad una condanna esplicita di fatti come questi, contribuisce a legittimare con il suo silenzio “l’ideologia della ruspa” che andrebbe invece arginata e combattuta con ogni mezzo.

Come ci ricordano bene le parole di Bertold Brecht: “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari. E fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei. E stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, ed io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”.

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