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Accoglienza dei migranti e richiedenti asilo sotto accusa

Proteste di fronte all’ambasciata italiana di Francoforte contro il regolamento di Dublino. Sotto accusa il sistema d’accoglienza

Le cronache dei quotidiani riportano da un lato la sentenza di un giudice del Tribunale di Gorizia che ha revocato gli arresti ad un cittadino originario del Maghreb che aveva danneggiato il CIE di Gradisca nell’estate del 2013. Secondo il giudice non si tratta di legittimare la condotta dell’uomo ma «il contesto non va trascurato«.

Lo documenta il quotidiano «Il Piccolo» di oggi che ripercorre la vicenda che ha portato alla chiusura del Centro e ricorda la situazione di degrado del CIE di Gradisca. Il presidente della Commissione Diritti Umani del Senato, Luigi Manconi, all’indomani della caduta dal tetto di due detenuti, aveva denunciato «condizioni di vista disumane, abusi e violenze, confusione e forse peggio nella gestione amministrativa».

D’altronde attraverso il lavoro della campagna LasciateCIEntrare da anni numerosi colleghi hanno potuto documentare le condizioni di vita dentro i CIE e denunciarne le continue violazioni dei diritti umani fondamentali.

Non va meglio ai richiedenti asilo e rifugiati che dovrebbero essere ospitati presso strutture di accoglienza, i Cara (Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo), perennemente sovraffolatti tanto che recentemente il Ministero dell’Interno, per far fronte agli ultimi numerosi arrivi di cittadini siriani, eritrei e somali ha dovuto ricorrere a strutture alberghiere sparse sul territorio italiano. Misura criticata da numerose associazioni.

I richiedenti asilo che sono solo transitati dall’Italia, ma hanno raggiunto la Germania stanno in questi giorni protestando davanti all’Ambasciata italiana a Francoforte perché il regolamento di Dublino li costringerebbe a tornare nel nostro paese per completare la procedura di richiesta di asilo.  I manifestanti si appellano alla recente sentenza del  Tribunale Amministrativo di Francoforte che ha impedito il rimpatrio in Italia di un cittadino afghano appellandosi all’articolo 3 della Convenzione Europea sui Diritti Umani e facendo proprio riferimento alle condizioni dei nostri centri di accoglienza.

Per approfondire leggere il resoconto della protesta in Germania.

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