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Afghanistan – Tutela dell’identità delle persone intervistate e protezione dei familiari nel paese

In riferimento al secondo principio della Carta di Roma (Tutela della privacy e dell’identità di rifugiati, migranti e richiedenti asilo), si chiede a giornaliste/i e ai professionisti della comunicazione di tutelare l’identità e la privacy delle persone afghane di cui si riporta la notizia o che vengono intervistate.

La natura delle motivazioni alla base della scelta di fuggire dal proprio paese può essere tale da esporre loro stessi e soprattutto i familiari (rimasti in Afghanistan) a ritorsioni, tanto da parte delle autorità, sia da parte di entità non statali o di organizzazioni criminali, nel caso in cui si verifichi un’esposizione mediatica non attenta.

Nel caso di persone di nazionalità afghana giunte nel nostro paese o in attesa di lasciare il paese si chiede di evitare la pubblicazione di qualsiasi elemento che possa portare alla loro identificazione. In caso di interviste si chiede di proteggere nome, volto e voce e di prestare attenzione a tutti quei dettagli che possono permettere di risalire all’identità dell’intervistato (caratteristiche fisiche peculiari o il racconto di aneddoti particolari).

Si suggerisce inoltre, anche in presenza di un consenso libero e informato dell’interessato, di evitare la pubblicazione del nome completo dell’intervistato (a meno che sia indispensabile per la sopravvivenza propria e/o della famiglia).

Nella attualità della crisi drammatica che sta attraversando il paese, ci sono pervenute informazioni circa arresti e aggressioni a familiari di persone afghane giunte in Italia nelle ultime 48 ore; è responsabilità degli operatori dei media ridurre i rischi di rappresaglie verso i familiari rimasti in patria, tutelando l’identità delle persone afghane che accettano di raccontare la propria esperienza.

Le Linee guida per l’applicazione della Carta di Roma sono scaricabili qui

Foto in evidenza di Roberto Salomone

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