Associazione Carta di Roma esprime preoccupazione per i ripetuti dinieghi ricevuti di recente dai colleghi che hanno richiesto l’accesso all’interno dei Centri di identificazione ed espulsione.
Come ci segnala LasciateCIEntrare i dinieghi riguardano, in particolare, l’ingresso nei Cie di Torino e di Ponte Galeria. Le motivazioni addotte dal ministero degli Interni sarebbero generiche e non sufficienti, dunque, a giustificare l’impedimento dell’accesso alla stampa e, di fatto, l’impedimento dell’esercizio del diritto di cronaca all’interno di tali centri di trattenimento.
Ricordiamo che nel 2012 il Tar del Lazio era intervenuto in materia dichiarando illegittimo il divieto di opporre ai giornalisti un generico diniego di accesso ai centri di identificazione e espulsione per migranti (Cie). Alla sentenza si era giunti grazie al ricorso presentato dai giornalisti Raffaella Maria Cosentino e Stefano Liberti, ai quali era stato ripetutamente negato l’accesso, sulla base di una circolare diffusa nel 2011 dal ministero dell’Interno, allora guidato da Roberto Maroni, che disponeva il divieto di ingresso per i giornalisti presso i “centri per immigrati”.
Affinché l’immigrazione sia raccontata in modo corretto e completo è indispensabile consentire ai giornalisti lo svolgimento del proprio lavoro. Invitiamo, dunque, i colleghi a continuare a segnalare gli eventuali dinieghi ricevuti.
Pylos e il silenzio dell’informazione
A Lampedusa c’è la tomba di una giovane donna di nome Ester. Aveva 18 anni e veniva dalla Nigeria. Era incinta ed è morta di stenti su un barcone carico di migranti rimasto in balia delle onde per giorni
Leggi tutti gli articoli su immigrazione, asilo e minoranze pubblicati dalla stampa italiana.
Quiz: quanto ne sai di persone rifugiate?
Trump e G7 catalizzano l’attenzione dell’informazione mainstream
© 2014 Carta di Roma developed by Orange Pixel srlAutorizzazione del Tribunale di Roma n° 148/2015 del 24 luglio 2015. - Sede legale: Corso Vittorio Emanuele II 349, 00186, Roma. - Direttore responsabile: Domenica Canchano.