Un uomo di 38 anni sfrattato e senza lavoro tenta di darsi fuoco davanti alla moglie e ai figli. Questo il post pubblicato dal Secolo XIX il 27 luglio sulla sua pagina Facebook.
Fioccano i commenti di questo tipo: “Eh siamo in Italia prima vengono gli altri poi semmai veniamo noi purtroppo”, “Ma sì, degli italiani non frega a nessuno il lavoro prima agli immigrati!!!”, “Invece agli immigrati…..”, “Per lui non esistono sussidi,alberghi e pranzi pagati vero!?!?!?!?!?!”. Nulla di straordinario, purtroppo, ma la chiara dimostrazione che la maggior parte degli utenti aveva lasciato un commento senza leggere l’articolo: il protagonista della notizia, infatti, è un uomo di nazionalità marocchina da 13 anni a residente a Sarzana. A farlo notare esplicitamente è una lettrice, che scrive: “24 commenti e nessuno ha letto l’articolo viste le risposte! 24 menti eccelse!”. A quel punto, osserva il quotidiano, l’attenzione verso la notizia cala rapidamente.
“Se prima si sfogliava velocemente il giornale al bar, si spiavano i titoli dalla spalla del vicino in autobus, adesso il bancone del bar è diventato il News Feed di Facebook e i titoli si scorrono ancora più velocemente, perché tempo da perdere per leggere non ce n’è – scrive il Secolo XIX a proposito della tendenza rilevata – Per commentare quello che non si è letto, invece, sembra essercene in abbondanza“. Interessante spunto di riflessione le osservazioni delle testata, che consigliamo di leggere a questo link.
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Ci sono alcuni giornali ed alcuni giornalisti, a cui la parola etica fa venire l’orticaria solo a sentirla. Sono quelli che pensano che la libertà di parola sia libertà di seminare odio, di scrivere fatti che nulla hanno a che vedere con la realtà e che esistono solo nella logica della propaganda di certa politica.
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