Oggi la sfida per il cinema europeo è questa: come rappresentare fedelmente la situazione dei migranti a persone che non vogliono necessariamente sentirne parlare? L’afflusso di rifugiati e migranti in Europa negli ultimi cinque anni ha cambiato il paesaggio in ogni modo – politicamente, socialmente, demograficamente, anche fisicamente, se si pensa ai nuovi confini, alle recinzioni e ai campi profughi, come la famigerata “Giungla” di Calais.
I cineasti europei hanno iniziato a rispondere, e un cenno alla crisi dei migranti è diventato quasi obbligatorio nei film che vengono selezionati o premiati ai festival. A prima vista, le storie personali di immigrati e rifugiati sono spesso molto drammatiche e quindi si prestano ad un grande cinema, ma è diventato sempre più necessario trovare nuove modalità di narrazione.
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