L’Associazione Carta di Roma esprime grande soddisfazione per la sentenza con la quale la magistratura milanese ha condannato l’uso del termine “zingaropoli” nella campagna per le elezioni comunali. Una vicenda che non riguarda soltanto la politica e la degenerazione del dibattito tra i partiti. Parole così cariche di disprezzo investono inevitabilmente anche le responsabilità dell’informazione: i giornalisti si trovano infatti costretti ad usare, per assolvere al loro dovere di cronisti, termini che propagano nella società i germi del razzismo e della discriminazione. È’ bene dunque che venga ripristinato il limite che deve separare la polemica politica dall’“hate speech”, il discorso di incitamento all’odio che all’estero è bandito dal linguaggio pubblico. E’ ora che l’Italia entri in Europa anche sotto questo profilo.
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