di Alberto Baldazzi
Nella settimana appena conclusa il tema profughi ha ripreso spazio nell’informazione mainstream. Lunedì scorso Tg2 è tornato sulle vittime del Mediterraneo e sul flusso nella rotta balcanica che si è tutt’altro che interrotto. Il giorno successivo le più di 130 vittime delle precedenti 48 ore le troviamo nei titoli di Tg1, Tg3 e TgLa7, oltre che nella copertina di Tg5 che ha parlato anche dell’avvitarsi della crisi siriana dovuta ai bombardamenti russi come di un’ulteriore spinta alla fuga di disperati.
Il discorso di Angela Merkel al Parlamento di Strasburgo che ha suonato il De Profundis al trattato di Dublino avrebbe forse meritato, nella serata di mercoledì, una maggiore attenzione, a conclusione di lunghi mesi di dibattito che l’hanno preceduto e che hanno visto il nostro Paese spingere in questa direzione un’Europa troppo a lungo sorda e insensibile: titoli solo su Tg1 e Tg3.
Venerdì l’avvio concreto del programma europeo di ricollocazione dei profughi, con la partenza dall’Italia dei primi 19 richiedenti asilo accolti dalla Svezia, è stato ripreso in pratica da tutti. TgLa7 lo aveva preannunciato martedì, parlando criticamente di «un cucchiaione per svuotare il mare», vista l’esiguità dei numeri. Il processo è comunque avviato e nei prossimi 2 anni vedrà partire dall’Italia poco meno di 40.000 profughi, ovvero una media di più di 50 al giorno. Tg4 fin dai titoli polemizza con la decisione di utilizzare per il trasferimento in Svezia un aereo della Guardia di Finanza: soluzione ritenuta “troppo costosa”.
L’Osservatorio ha segnalato più volte la scarsa presenza nei tg dei tanti casi di buona accoglienza e dei numerosi esempi di solidarietà verso gli immigrati in difficoltà. Mercoledì Tg1 ha proposto un servizio sul senza tetto ecuadoriano che tiene puliti i giardini di un quartiere romano (dove vive all’interno di una vecchia auto dismessa) e che, per questo, ha conquistato l’affetto e la solidarietà di molti cittadini della Capitale.
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