Di Paolo Colombatti, per Articolo 21
Con una mozione presentata dal Comitato di redazione della Rai del Veneto e approvata all’unanimità dal Congresso Usigrai che si è tenuto la scorsa settimana a Galzignano Terme, in provincia di Padova, i giornalisti del servizio pubblico si impegnano perché i discorsi di odio non trovino più risonanza attraverso le testate giornalistiche della Rai.
L’Associazione Carta di Roma ha promosso la petizione #nohatespeech che pone il tema dell’espulsione dei linguaggi di odio e razzismo dalle pagine e dai commenti delle notizie dei giornali. Noi, in quanto giornalisti del servizio pubblico radiotelevisivo, ci sentiamo doppiamente impegnati a far sì che queste regole vengano rispettate affinché le parole di odio non trovino risonanza nelle nostre testate. Per questo, chiediamo all’Esecutivo di farsi promotore del recepimento della petizione nella Carta dei Doveri del Giornalista, e che al pari delle altre carte deontologiche, possa entrare a far parte integrante del contratto futuro.
Etica è una parola bellissima, gli odiatori se ne facciano una ragione
Ci sono alcuni giornali ed alcuni giornalisti, a cui la parola etica fa venire l’orticaria solo a sentirla. Sono quelli che pensano che la libertà di parola sia libertà di seminare odio, di scrivere fatti che nulla hanno a che vedere con la realtà e che esistono solo nella logica della propaganda di certa politica.
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