Oggi celebriamo il 3 ottobre facendo memoria e ricordando come coloro che fuggono da guerre e persecuzioni non dovrebbero trovarsi nelle condizioni di essere soccorsi ma accolti. Per questo il Centro Astalli continua a chiedere che siano priorità per le istituzioni nazionali ed europee: attivare vie legali per garantire accesso alla protezione e sconfiggere così il traffico di migranti; accogliere dignitosamente, attraverso progettualità diffuse volte a una reale inclusione, le persone richiedenti asilo e rifugiate sul territorio italiano, secondo le leggi nazionali e internazionali, garantendo a tutti maggiori diritti e non alimentando odio e conflittualità.
Celebriamo il 3 ottobre eliminando i discorsi di odio, razzismo e xenofobia. Dopo quella tragica notte sono continuate a morire migliaia di persone davanti alle coste del Mar Mediterraneo nel tentativo di raggiungere l’Europa per chiedere asilo. Uomini, donne e bambini, “morti di frontiera” che toccano la nostra attenzione per tempi sempre più brevi. Tragedie che rimangono tali in un generalizzato atteggiamento di complice indifferenza piuttosto che agire affinché non si ripetano mai più. Mentre, sempre più spesso, chi si mette in viaggio in cerca di una vita degna diventa vittima di una vera e propria colpevolizzazione, se non addirittura di criminalizzazione.
Oggi celebriamo il 3 ottobre ricordando che fare memoria è un atto dovuto, ma se non diviene atto di responsabilità è vano. Molte delle politiche adottate da quel tragico giorno ad oggi vanno invece in una direzione che preoccupa, perché non di rado in aperta violazione dei diritti umani e delle principali convenzioni in materia di asilo. Occorre un’assunzione sostanziale di responsabilità da parte di tutti gli Stati dell’Unione Europea, che metta fine ad avvilenti contrattazioni in cui i diritti e la dignità di ciascuna persona migrante – compresi anche famiglie con bambini e minori stranieri non accompagnati – non sembrano avere alcun valore.
Celebriamo il 3 ottobre ricordando che fare memoria dei morti vuole dire anche rispettare la dignità e i diritti dei vivi. È necessario agire in fretta per ricostruire un mondo pacificato e solidale, dove le minacce, le violenze, la guerra e la distruzione lascino il passo alla concordia, al rispetto dei diritti umani universali e al dialogo. È impegno comune e quotidiano fare in modo che questo domani sia prossimo.
Sottolinea p. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli: “Oggi celebriamo il 3 ottobre mentre continuano a infuriare guerre che costringono migliaia di persone a fuggire e non blocchiamo, ipocritamente, il traffico di armi. Oggi celebriamo il 3 ottobre mentre migliaia di persone non riescono a lasciare la propria terra, teatro di morte, e non le si aiuta neppure “a casa loro”, impedendo che aiuti umanitari arrivino a destinazione. Oggi, 3 ottobre, dobbiamo fare memoria perché non si ceda alla logica dell’indifferenza globale”.
fonte CENTRO ASTALLI
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