L’associazione Carta di Roma partecipa al convegno “CITTADINANZA E COLONIALISMO: riflessioni storiche, giuridiche e sociali” in programma l’11 aprile a Firenze, nell’Aula Magna del Seminario Maggiore Arcivescovile.
Nello scorso mese di febbraio in diverse città italiane si è tenuta la Giornata della memoria per le vittime del colonialismo italiano per favorire la conoscenza di quelle vicende storiche, incoraggiando una riessione collettiva sul loro signicato e sulle loro conseguenze nella società odierna. In occasione di tale evento è maturata l’idea di questo convegno per esaminare e riettere sulla relazione tra la cittadinanza e il colonialismo italiano. Durante il periodo coloniale, il sistema giuridico italiano applicò una straticazione dei diritti, creando gerarchie tra cittadini metropolitani e sudditi coloniali. Questa discriminazione giuridica rispecchiava una concezione della cittadinanza basata sulla razza e sull’identità culturale, che ha poi inuenzato le pratiche migratorie e la gestione dell’immigrazione post-coloniale. La fine del colonialismo non eliminò completamente tali disuguaglianze, ma le trasformò in nuove forme di esclusione. Molti discendenti delle popolazioni colonizzate, emigrati in Italia, rimasero privi di cittadinanza o relegati in una posizione di marginalità giuridica e sociale: persone sradicate dal loro contesto originario, prive di riconoscimento giuridico come cittadini nel Paese ospitante e spesso escluse da diritti fondamentali. Tale condizione, per molti gli e nipoti di ex sudditi coloniali, è il risultato diretto di un sistema legale costruito per perpetuare disuguaglianze radicate nei rapporti coloniali. La mancata assunzione di responsabilità storica da parte dello Stato italiano ha altresì contribuito a rappresentare i migranti post-coloniali come “altri” non appartenenti alla comunità nazionale. Ripensare le politiche migratorie e di cittadinanza alla luce dei retaggi coloniali è un passo necessario per sanare le disuguaglianze strutturali e promuovere una società più equa e inclusiva.
Paola Barretta, portavoce di Carta di Roma, partecipa con un intervento sul ruolo della memoria e sulla responsabilità giornalistica nella correttezza e nella accuratezza degli eventi che hanno come protagoniste persone migranti, rifugiate e rappresentanti delle comunità.
Il giornalista italo-eritreo Vittorio Longhi affronta invece il tema dell’’eredità coloniale nelle politiche migratorie. L’identità italo-eritrea. L’eredità coloniale e la sua rappresentazione negli aspetti quotidiani è il tema di Beatrice Falcucci, Ricercatrice post-doc Juan de la Cierva in Storia, Departamento de Humanidades, Universitat Pompeu Fabra, Barcelona e visiting research fellow, Centre for the Study of Cultural Memory, School of Advanced Study, London.
“Le parole del Colonialismo nei documenti giuridici” è il focus dell’intervento di Francesco Romano, primo Ricercatore del CNR-IGSG.
“Da decolonializzato a decoloniale: un approccio che renda davvero protagoniste le persone con background migratorio” viene affrontato da Martina Chichi di Amnesty International Italia Senior Campaigner – Discrimination Specialist. Di “decolonizzazione della cooperazione internazionale” parlerà Maria Donata Rinaldi, coordinatrice dell’Unità Progettazione, Monitoraggio e Valutazione dell’Associazione Onlus COSPE.
“Diritto e memoria: la cittadinanza italiana per gli eritrei di origine italiana” per Farci Paolo, avvocato del Foro di Firenze membro del Tavolo Apolidia facilitato da UNHCR e dell’ENS. Si parlerà di “Cittadinanza negata: il ruolo delle nuove generazioni nell’arontare l’eredità del Colonialismo” con Annalisa Ramos Duarte, consigliera CoNNGI-Coordinamento Nazionale delle Nuove Generazioni Italiane.
Coordina e introduce Daniela Di Rado del CIR Consiglio Italiano per i Rifugiati – Ufficio legale.
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