Un appello per promuovere una campagna di solidarietà concreta a favore dei profughi che vivono in condizioni disumane nella provincia bosniaca di Bihac e, allo stesso tempo promuovere una soluzione immediata e praticabile per le migliaia di persone vittime di violenza e abbandono.Una risposta alle politiche europee su immigrazione e asilo che rappresentano sempre più una resa all’ideologia dei Paesi sovranisti.
Il nuovo patto su immigrazione e asilo proposto dalla Commissione Europea indica infatti la strada proposta in questi anni dalle destre xenofobe: chiusure, respingimenti, rimpatri, detenzione e quote solo simboliche, irrisorie, per i canali d’accesso legale sia per lavoro che per richiesta di protezione.Un regalo a chi, in questi anni, ha costruito la propria fortuna dipingendo l’immigrazione come un pericolo contro il quale organizzarsi, anche a costo di cancellare i principi del diritto internazionale e delle Costituzioni dei Paesi membri dell’UE.Non vogliamo e non possiamo rimanere inermi di fronte alla gravità di quanto avviene davanti ai nostri occhi.L’evento “Sabir per Lipa: sostenere i profughi in Bosnia, evacuarli subito” sarà trasmesso in diretta streaming giovedì 11 febbraio, dalle 10.30 alle 12.30, sulle pagine Facebook dei promotori e sulla piattaforma Zoom, https://festivalsabir-it.zoom.us/j/92672119143?pwd=c0UzV2Y5QzYwZ1g4WEV1d0t0YnJPQT09, passcode: Sabir.
E’ possibile iscriversi all’evento anche su EventbriteL’introduzione sarà di Giuseppe Massafra (Cgil) e Filippo Miraglia (Arci). Previsti gli interventi di Mujeeb Ur Rehman Larosh, architetto pakistano, Pierfrancesco Majorino, europarlamentare, Elly Schlein, vicepresidente Regione Emilia Romagna, Anna Brambilla, Asgi, Nello Scavo, giornalista di Avvenire, Valerio Cataldi, giornalista Rai e presidente Carta di Roma, Silvia Maraone, coordinatrice Ipsia/Acli in Bosnia Herzegovina e Daniele Bombardi, operatore Caritas italiana in Bosnia Herzegovina. Le conclusioni saranno di Oliviero Forti (Caritas italiana) e Antonio Russo (Acli). A coordinare gli interventi Giovanna Casadio, giornalista di Repubblica.
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Ci sono alcuni giornali ed alcuni giornalisti, a cui la parola etica fa venire l’orticaria solo a sentirla. Sono quelli che pensano che la libertà di parola sia libertà di seminare odio, di scrivere fatti che nulla hanno a che vedere con la realtà e che esistono solo nella logica della propaganda di certa politica.
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