In che modo la legislazione internazionale ed europea contrasta l’hate speech? Quali sono gli strumenti legislativi italiani? A queste e a altre domande risponde la ricerca condotta nell’ambito del progetto europeo Prism (Preventing Redressing & Inhibiting hate Speech in new Media).
Per far luce, da un punto di vista giuridico, su un fenomeno del quale sempre più spesso si parla, Prism ha realizzato un’analisi comparata del quadro legislativo internazionale, europeo e dei singoli sistemi nazionali, con approfondimenti sull’Italia, la Francia, il Regno Unito, la Romania, la Spagna. Il rapporto non dimentica di soffermarsi sul modo in cui ogni paese bilancia la necessità di contrastare i discorsi d’odio con quella di proteggere la libertà d’espressione, riprendendo anche le posizioni di Amnesty International, Nazioni unite, Osce e Oas.
Infine, l’indagine ripercorre nel dettaglio anche la giurisprudenza prodotta dalla Commissione Diritti umani delle Nazioni unite, dalla Corte europea dei Diritti umani e dalla Corte suprema statunitense.
La ricerca è disponibile qui.
Il progetto Prism è realizzato con il supporto finanziario del programma Diritti Umani dell’Unione europea:
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