Nessuno parlava ancora di rotta balcanica. Quando è diventata popolare ho cominciato a chiedermi: ‘Cosa posso aggiungere all’enorme flusso di informazioni?’. Dopo più di un anno su molti confini diversi posso dire: ‘Puoi fare tanto dal campo. Primo: spiega. Sei lì, ne sai più di chiunque altro. Tieni da parte i giochi politici e racconta di cosa veramente si tratta. Secondo: storie. Chi sono, cosa hanno lasciato, cosa sognano. Terzo: tecnologia. Usa un drone, uno smartphone, una telecamera a infrarossi.
Questo l’incipit del reportage di 10 minuti sulla via balcanica, realizzato da Ilario Piagnerelli e Antonio Silvi, all’interno del quale si raccontano 12 mesi di lavoro sul campo, nel tentativo di narrare la crisi umanitaria che vede protagonisti i rifugiati e il loro tentativo di cercare sicurezza in Europa.
L’immagine in alto è un fotogramma tratto dal reportage: una distesa di giubbotti salvagente sull’isola di Lesbo.
Etica è una parola bellissima, gli odiatori se ne facciano una ragione
Ci sono alcuni giornali ed alcuni giornalisti, a cui la parola etica fa venire l’orticaria solo a sentirla. Sono quelli che pensano che la libertà di parola sia libertà di seminare odio, di scrivere fatti che nulla hanno a che vedere con la realtà e che esistono solo nella logica della propaganda di certa politica.
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