Razzismo e sessismo raddoppiano le difficoltà per le donne migranti: non solo faticano ad acquisire credibilità all’interno dello status di vittime, ma per loro è anche più complicato l’accesso ai servizi alla salute, alla giustizia, all’autodeterminazione.
Tra le varie forme di discriminazione, quella su base linguistica non ha avuto finora molta risonanza, penalizzata tanto dalla difficoltà di isolarla da altre istanze, quanto dai diversi modi in cui può presentarsi.
Nelle ultime settimane abbiamo assistito al tentativo di impedire ai cronisti di recarsi nella striscia si confine con la Bielorussia e di trasmettere le notizie sulla tragedia umanitaria che sta investendo i migranti ammassati al confine tra i due paesi.
“La costruzione di muri e il ritorno dei migranti in luoghi non sicuri appaiono come l’unica soluzione di cui i governi siano capaci per gestire la mobilità umana”. Così papa Francesco ha stigmatizzato “nazionalismi e populismi si riaffacciano a diverse latitudini”.
Secondo il rapporto Mid-Year Trends pubblicato da UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, nel semestre gennaio-giugno 2021 si registra una tendenza al rialzo degli esodi forzati: più di 84 milioni sono le persone costrette nel mondo a fuggire a causa di violenze, insicurezza e degli effetti dell’emergenza climatica.
Rivedere politica dei visti e garantire libertà di movimento a tutti i cittadini del mondo.
Le previsioni dell’entità dei fenomeni migratori per cause ambientali variano tra i 25 milioni e il miliardo di persone entro il 2050.
Sono scortati dalle guardie di confine della Bielorussia, che li sta sfruttando per fare pressione sull’Unione Europea
Un nuovo canale di ingresso legale per cittadini afghani bisognosi di protezione internazionale provenienti dai campi profughi di Pakistan e Iran o da altri Paesi di primo asilo o di transito.
In tutto il mondo proliferano programmi di “inclusione” e di “integrazione” indirizzati ai rifugiati vittime di sfollamento, ma spesso non funzionano da catalizzatori della coesione sociale.
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