I dati su migranti e rifugiati rilasciati a giugno dall’Unhcr dicono – tra le molte cose – che in questo momento esiste una sproporzione tra il peso politico all’interno dell’Ue dei paesi del cosiddetto “Gruppo di Visegrad” e il numero di rifugiati realmente presenti in quei paesi.
Esce la nuova versione della mappa che misura l’odio online, voluta da Vox – Osservatorio italiano sui diritti. I tweet intolleranti nel terzo anno della rilevazione modificano la tendenza registrata nei due anni precedenti: diminuisce l’intolleranza contro le persone omosessuali ed esplodono xenofobia, islamofobia e antisemitismo, mentre alto continua a rimanere l’odio contro le donne.
Dieci anni dopo la sua prima uscita, l’appello è rivolto a tutti i giornalisti affinché svolgano un’azione critica e di contrasto ai messaggi d’odio usati come strumento di propaganda da politici e ministri.
“In questi ultimi tempi c’è stata una crescita di minacce, aggressioni, scritte e manifesti contro gli immigrati, spesso accompagnata dalla passività delle persone presenti”. A dichiararlo è il procuratore capo di Torino, Armando Spataro, che ha aggiunto: “Non tocca a noi intervenire nell’analisi politica e sociale, ma come Procura dobbiamo dare una risposta a questi reati odiosi e insopportabili”.
Come raccontare le migrazioni coinvolgendo i protagonisti del fenomeno, in particolare coloro che provengono da alcuni contesti, oggi, particolarmente coinvolti nei flussi?
Ieri abbiamo festeggiato i 10 anni di Carta di Roma, lo abbiamo fatto ripartendo dalla base, dalla parola, cercando di restituirle un significato originario, attraverso l’interpretazione dell’attrice Daniela Morozzi, accompagnata dal violino e dalla chitarra di Isaac De Martin e Alaa Arsheed, sono state snocciolate e commentate una dietro l’altra “sbarco”, “odio”, “clandestino”, in tutto dieci parole
Nel 2017 il numero di persone costrette a fuggire nel mondo a causa di guerre, violenze e persecuzioni ha raggiunto un nuovo record per il quinto anno consecutivo. A determinare tale situazione sono state in particolare la crisi nella Repubblica Democratica del Congo, la guerra in Sud Sudan e la fuga in Bangladesh di centinaia di migliaia di rifugiati rohingya provenienti dal Myanmar. I paesi maggiormente colpiti sono per lo più i paesi in via di sviluppo.
“It will be chaos” è il documentario prodotto da HBO e diretto da Lorena Luciano e Filippo Piscopo, che sarà trasmesso il prossimo 20 giugno in occasione della giornata mondiale del rifugiato. “Come regista, Lorena Luciano, è il modo di reagire alla crisi umanitaria per un filmaker, e soprattutto “essere etico e coraggioso e raccontare le storie sconosciute”. Piscopo parte dall’apertura del documentario, all’indomani del naufragio del 2013 fuori le coste di Lampedusa nel quale morirono 367 rifugiati, e sottolinea “siamo stati molto vicino la drammatica situazione e allo stesso tempo abbiamo capito che non c’era una sola persona che potesse raccontare l’immensità della crisi che stava avvenendo”.
Il populismo prospera parlando di immigrazione dove l’immigrazione non c’è. Dati alla mano, la giornalista Micol Flammini analizza la situazione politica di molti Paesi europei. L’Italia ha un problema con i migranti, così come l’est europeo, ma non ha nessuna emergenza Di seguito rilanciamo questo articolo, originariamente pubblicato su Il Foglio del 13 giugno 2018. L’emergenza… Leggi tutto
Il comportamento del governo italiano nella vicenda Aquarius è stato gravissimo e l’intervento provvidenziale della Spagna non solleva l’Italia dalle sue responsabilità. ASGI lancia l’allarme sul possibile imminente ripetersi di episodi analoghi di Associazione Studi Giuridici Immigrazione Mentre scriviamo ancora non è definitivamente conclusa la vicenda della nave Aquarius, che ci auguriamo possa trovare felice… Leggi tutto
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