Sulla pelle di migranti e rifugiati in questi mesi si sta combattendo – in Italia e non solo – una battaglia culturale e politica senza precedenti. Propaganda, cattiva informazione e bufale raccontano una realtà che non esiste e alimentano un clima infuocato nell’opinione pubblica.
Il rapporto dell’Unhcr “Left Behind: Refugee Education in Crisis” evidenzia la crisi nell’istruzione dei bambini rifugiati. Dei 3,5 milioni che non sono potuti andare a scuola nell’ultimo anno, 1,5 milioni non hanno frequentato la scuola primaria, gli altri 2 milioni la scuola secondaria.
Migranti e rifugiati, la Spagna sarà la Grecia del 2017 o del 2018? Difficile dirlo oggi, anche se in molti – in Italia e non solo – nelle scorse settimane hanno ipotizzato che di qua e di là di Gibilterra stesse per nascere (o meglio rinascere) una frontiera diversa per l’ingresso in Europa.
Si chiama Refugee aid app (RefAid) ed è un’app per smartphone che mostra a migranti, rifugiati e associazioni di settore i servizi più vicini a loro nella mappa con un’interfaccia molto semplificata.
«Sbarchi, i perché di un assedio». Si apriva così il Corriere della sera domenica 16 luglio 2017. Un taglio della notizia molto simile a quello usato un anno fa durante la campagna elettorale per il referendum sulla Brexit da alcuni giornali inglesi che “descrivevano” gli arrivi dei migranti sull’isola.
Il Global Trends 2016 è la principale indagine sui flussi migratori a livello mondiale condotta dall’Unhcr e afferma che, alla fine del 2016, le persone costrette ad abbandonare le proprie case nel mondo sono 65,6 milioni – circa 300.000 in più rispetto all’anno precedente.
Perché usare dati e statistiche quando si scrive di migranti e rifugiati? Perché i numeri aiutano a 1) “pulire” l’informazione dalle scorie di pregiudizi e luoghi comuni; 2) a certificare e a fondare meglio le argomentazioni; 3) a verificare affermazioni discutibili (fact cheking); 4) a trovare storie e notizie che – attraverso altre fonti – rimarrebbero sepolte.
La situazione dei diritti umani delle persone LGBTI in tutto il mondo continua a essere allarmante. Malgrado un miglioramento complessivo, in molti paesi i rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso sono puniti da pene severe, e addirittura con la morte.
“Nel corso delle ultime ventiquattro ore l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha ricevuto informazioni allarmanti relative a due nuovi naufragi nel Mediterraneo Centrale”, leggiamo in una nota diffusa oggi.
Come riportano numerose testate, ieri, a Lampedusa l’unico superstite del naufragio in cui si teme abbiano perso la vita oltre 140 persone, ha raccontato agli operatori dell’Alto commissario delle Nazioni unite per i Rifugiati quanto accaduto. L’imbarcazione era partita due giorni prima da Sabratha, in Libia, con a bordo 147 persone, delle quali 5 bambini e diverse donne incinte. La barca avrebbe iniziato presto a imbarcare acqua e il superstite, un ragazzo di 16 anni, si sarebbe salvato restando aggrappato a una tanica di benzina galleggiante fino all’arrivo dei soccorritori.
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