«Quello delle fake news è un falso problema, diffamazione, diffusione di notizie false e tendenziose, vilipendio esistono da tempo e nessuno ha mai gridato alla censura, strano che si metta in discussione qualcosa di così ovvio – è quanto afferma il presidente dell’associazione Carta di Roma, Giovanni Maria Bellu.
“Sono stato vittima di una violenza istituzionale. Quello che mi è successo è illegale, un giornalista privato della libertà mentre sta svolgendo un lavoro in un Paese amico. Un pensiero caro a tutti i detenuti e ai giornalisti che in Turchia e in altri Paesi sono in condizioni peggiori della mia”. […]
Africa romana, anno 211 d.C.: nell’accampamento militare della III Legio Augusta viene distribuito un supplemento di paga. Per l’occasione, i soldati romani sono chiamati a presentarsi cinti di una corona d’alloro.
La sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini e Sos Méditerranée hanno vinto il premio Félix Houphouët-Boigny dell’Unesco, che dal 1989 è assegnato a persone, organizzazioni e istituzioni che si sono distinte per promozione, ricerca, salvaguardia e mantenimento della pace…
Sono trascorsi 9 giorni dalla notizia del trattenimento di Gabriele Del Grande da parte delle autorità turche…
Andando a fare la spesa in un mercato, tra gli scaffali potreste notare un’insolita etichetta: “Made by Refugee”. Oppure la potreste trovare tra i tomi di una libreria, tra le cover in un negozio di dischi o sulle locandine di un teatro. Una risposta originale alla retorica anti-rifugiati e all’intolleranza negli Stati Uniti: mostrare alla popolazione quanto e come i rifugiati hanno contribuito a creare il mondo che conosciamo.
C’è anche l’Italia tra i 14 paesi nei quali a partire da domani – 8 aprile – e per tre giorni Facebook mostrerà il decalogo anti-bufala ai suoi utenti. Le 10 indicazioni appariranno in cima al newsfeed, ossia alla bacheca dove appaiono aggiornamenti e notizie. L’obiettivo è quello di aiutare gli iscritti alla piattaforma social a distinguere tra notizie vere e false, affinché le visibilità delle seconde diminuisca.
Parole comuni per mascherare l’incitamento all’odio online. Il fenomeno del linguaggio in codice per coprire l’hate speech è stato osservato e studiato da un gruppo di ricercatori dell’università di Rochester, negli Stati Uniti. Si sono soffermati in particolare su Twitter, analizzando milioni di tweet in un lasso di tempo che andava dal 23 settembre al 18 ottobre 2016, una settimana dopo le elezioni presidenziali negli Stati Uniti: ciò che hanno rilevato è il ricorso a parole codificate che in realtà ne celano ben altre da parte degli utenti.
Informazioni verificate e accessibili per chi sta intraprendendo o intraprenderà il viaggio verso l’Europa…
Come affrontare il tema della verifica delle fonti avendo a disposizione l’intero web e poco tempo? Ha cercato di rispondere a questa enorme domanda lo European journalism center (Ejc) con la redazione del verification handbook…
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Quiz: quanto ne sai di persone rifugiate?
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