L’allarme della nuova mappa delle nazionalità: i migranti sbarcati nel 2022 provengono soprattutto dal Corno d’Africa e dal Sahel. Le organizzazioni umanitarie: “Si rischiano migliaia di morti come per la carestia del 2011”.
Suona come un campanello d’allarme, per la sua rilevanza istituzionale e il suo significato politico, la notizia dell’accordo che l’Unione Europea sta negoziando con il Senegal per dispiegare nel Paese dell’Africa Occidentale l’apparato di Frontex.
Mentre è in corso il nuovo flusso migratorio proveniente dall’Ucraina, invasa e martoriata dalle forze armate russe, continuano a registrarsi morti e dispersi nel Mediterraneo centrale.
È una tragedia per la Russia, che perde la sua ultima fonte di informazioni indipendente in un momento in cui queste risorse, nella nebbia della guerra, sono ancora più importanti.
Diversamente da quanto si tende a pensare: lo dice l’ultimo grande rapporto dell’ONU sul cambiamento climatico.
Siriani e curdi, afghani, yemeniti e africani in fuga da guerre e persecuzioni provano a superare il confine dimenticato tra Polonia e Bielorussia: ma per loro l’Europa resta una fortezza.
Quando scoppiano le guerre le donne sono quelle che pagano un prezzo altissimo.
In occasione della Giornata Internazionale della donna, l’Associazione Carta di Roma e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) hanno organizzato l’incontro-dibattito “Femmes et migrations: rôles des médias et perspectives”
L’ondata di censura dimostra che il regime ha più paura che mai del lavoro dei reporter.
Molti i casi raccolti dalla stampa internazionale e sui social. Documentati anche da un inviato dell’Oms per il covid.
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